Rigenerazioni “im-murales”

Lo scorso 25 aprile è stato inaugurato un nuovo, ipocrita, murale dipinto su una parete cieca di un edificio della Garbatella di Roma. L’opera, a detta degli autori, dovrebbe raccontare i primi 12 articoli della Costituzione italiana.

Il murale sulla facciata di un edificio del quartiere “Garbatella” di Roma – si noti il pericoloso stato di conservazione delle solette dei balconi della facciata perpendicolare

Il nuovo murale, si legge in un articolo di Roma Today, «dedicato alla “Costituzione più bella del mondo” e realizzato dall’artista Greg Jager,  in collaborazione con i creativi della Marimo e la Fondazione Pastificio Cerere, rientra nelle iniziative previste per il Centenario della Garbatella e fa parte del più ampio progetto “Lazio Street Art”, finanziato dalla Regione con un contributo di 200 mila euro per la realizzazione di 10 opere – selezionate da una Commissione di esperti della Fondazione Maxxi, Fondazione La Quadriennale e Fondazione Romaeuropa – che decoreranno altrettanti edifici in tutte le cinque province del Lazio».

Lo stesso articolo ci ricorda che «L’Amministrazione regionale riconosce anche nella street art un prezioso strumento di riqualificazione e di decoro urbano».

Ebbene, a mio avviso la Regione dovrebbe rendersi conto che l’ora della presa per i fondelli è terminata[1]. È infatti giunta l’ora di farla finita con questo vergognoso sperpero di denaro pubblico per realizzare “opere”, prevalentemente indecorose come quella in oggetto, che non portano alcun miglioramento alla vita dei residenti – semmai peggiorandola a causa della barriera al vapore di queste vernici applicate nel punto più sbagliato delle pareti – né dell’urbanistica cittadina.

Quale sarebbe il senso di un investimento di ben € 200.000,00 per opere del genere, quando i frontalini dei balconi, come si nota nella foto, cadono in testa alla gente?

Totò indossa una finta camicia fatta solo col frontale e le mezze maniche

Questo nuovissimo murale, dipinto su un edificio che cade a pezzi, appare come il simulacro di una camicia fatto indossare dalla tirchia Titina De Filippo a Totò nel film “Totò, Peppino e i fuorilegge” e accompagnato dal seguente discorso surreale:

Totò – “È camicia questa?”

Titina De Filippo – “Quello che si vede è di camicia, quello che non si vede che si fa a fare? È stoffa che si spreca!”

L’opera della Garbatella, come di consueto, ha suscitato l’indignazione di molti cittadini, ma anche il presunto apprezzamento dei soliti intellettualoidi radical-chic, i quali fingono di capire i messaggi nascosti e apprezzare la bellezza delle opere che agli altri appaiono bruttissime.

https://www.romatoday.it/zone/garbatella/garbatella/video-inaugurazione-murale-costituzione-garbatella-ater.html

Nel video celebrativo dell’iniziativa, il Direttore dell’ATER, Andrea Napoletano, ha speso parole di grande apprezzamento per questa iniziativa, auspicandone altre sulle facciate cieche dell’edilizia romana … invitando degli sponsor a farsi avanti.

Ironizzando sulle sue parole e memore del giudizio Fantozziano sulla “Corazzata Potëmkin”, ho suggerito che la Sanofi, produttrice del GUTTALAX, potrebbe essere simbolicamente interessata.

Gli autori intervistati hanno dichiarato che l’opera presenterebbe un «linguaggio molto iconico, molto potente a livello visivo perché volevamo appunto avere, diciamo, questa rappresentazione molto dirompente molto impattante e anche immediata di quelli che erano appunto i concetti alla base di ogni singolo articolo […] L’aspetto che ritengo fondamentale e che mi appassiona molto è proprio l’obiettivo e l’intento, cioè quello di portare il design a svolgere la chiave che deve avere, ossia la chiave sociale. Il design appunto come si mette a servizio dell’utilità sociale delle persone, il dare ai cittadini, uno strumento visivo per riconoscere la nostra costituzione, per noi è stata una sfida importante e bella da portare a termine…. Sperando di esserci riusciti».

Affermazioni che fanno davvero tenerezza al pensiero che gli specchi cui arrampicarsi risultino drammaticamente finiti!

In un dibattito avuto su Facebook ho avuto da discutere con una guida turistica che difendeva questa assurda opera usando argomentazioni ai confini della realtà: affermazioni del tipo “così come l’Impero Romano ha colonizzato artisticamente il nord Africa, oggi è un bene che la street-art americana influenzi l’arte in Italia! …

Ovviamente, alle mie reiterate richieste di spiegarmi come un’opera del genere potesse definirsi “rigenerazione urbana” e, soprattutto, dove risiedesse la sua “bellezza”, la persona non ha mai risposto, se non per darmi dell’arrogante, dell’ignorante ecc.

È chiaro che il problema di certi individui risieda nel fatto di essere tra quelle guide turistiche – venditrici di fumo – abituate a fare panegirici come quelli che i poveri Alberto Sordi e Anna Longhi non comprendevano visitando la Biennale di Venezia del 1978 …

La cosa preoccupante del nostro Paese è che la vicenda del murale alla Garbatella non rappresenta un caso isolato, semmai si configura come l’ennesimo esempio di sperpero di denaro per gettare un po’ di fumo negli occhi, a beneficio della “società dello spettacolo”, spacciando queste inutili – e spesso oscene – opere, come interventi di “rigenerazione urbana” … ovviamente operate in quartieri dove mai e poi mai i loro promotori e difensori risiederebbero!

È il caso, per esempio, di Reggio Calabria, dove il sindaco Giuseppe Falcomatà ha difeso i murales realizzati sulle facciate degli edifici ATEP[2]: «Chi ci accusa dice che questi soldi potevano essere spesi diversamente, io rispondo che questi non sono immobili comunali ma dell’Atep. Le opere non sono costate 210 mila euro, è drammatico che rappresentanti istituzionali non sappiano leggere le delibere. Sono stati utilizzati i fondi dei Patti per il Sud, destinanti anche ad attività di riqualificazione dei quartieri attraverso l’arte e la cultura. La somma totale è di 210 mila euro, questi saranno costati circa un decimo» …

Il murale sulla facciata di un edificio ATEP di Reggio Calabria – anche in questo caso, come alla Garbatella di Roma, si noti il pericoloso stato di conservazione dei balconi della facciata perpendicolare

In pratica il sindaco ha confermato la spesa di poco più di € 20.000,00 per i murales, ovvero la stessa spesa per la Garbatella a Roma … con identico risultato, non solo in termini di inutilità dell’opera, ma anche in termini di utilizzo di fondi pubblici che avrebbero potuto essere spesi per un intervento di manutenzione dei balconi del fabbricato, che cadono a pezzi!

Spostandoci di regione, in Campania, troviamo il caso del Parco Merola di Ponticelli, del quale un articolo de “L’ora Vesuviana”, nel 2017[3], celebrava il (presunto) successo …

Un murale sulla facciata di un edificio del Parco Merola di Ponticelli – indipendentemente dall’abilità del pittore, lo squallore e il degrado del quartiere e la qualità degli alloggi dei residenti non sono mutati … però la chiamano “rigenerazione urbana” … perfino “partecipata

In quell’articolo, tra le altre cose, veniva raccontato che, «Dietro ognuno (murale n.d.r.) c’è un lavoro che ha visto l’ascolto dei residenti, a partire dai più piccoli; la scelta dei temi e degli argomenti in sintonia con le esigenze dei residenti del luogo e del quartiere; la partecipazione dal basso; il dialogo con le istituzioni locali (a partire dall’ente di prossimità fino all’Assessorato al Decoro Urbano del Comune di Napoli insieme agli altri Uffici e Servizi dell’amministrazione cittadina);

[…] Un percorso di integrazione, arte e cultura, che ha spinto l’associazione Econote ad organizzare dei tour nello “Street Art District partenopeo”, e l’Aeroporto Internazionale di Capodichino a pubblicizzare le visite guidate tanto da inserirle negli itinerari consigliati ai turisti di tutto il Mondo».

Gli autori intervistati raccontavano: «Il progetto per il Parco Merola […] è nato quasi per caso: avevamo la volontà di realizzare la prima grande facciata di street art a Napoli che, pur nella sua dimensione metropolitana, ancora non aveva una sua grande opera murale, a differenza di altre città europee e italiane, anche più piccole. L’occasione ci fu data quando fummo incaricati dall’UNAR di realizzare una serie di opere in Italia e proponemmo Napoli. […] L’impegno che la nostra organizzazione prese con gli abitanti del Parco fu semplice: non possiamo garantire la soluzione di tutti i problemi, ma possiamo accendere un faro su questo angolo di periferia oscuro ai più».

Ma davvero Napoli necessitava di questo per incentivare il turismo?? A mio modesto avviso Napoli, a differenza di “altre città europee”, sebbene non avesse un grande murale, aveva, ha e avrà, il Museo Nazionale Archeologico, il Museo di Capodimonte, la Cappella San Severo, la Certosa di San Martino, il Palazzo Reale, il Castel dell’Ovo, il Maschio Angioino, il Golfo, il Vesuvio e tutte le altre meraviglie che quelle alte città non possono che limitarsi ad invidiare …

Ai promotori, esecutori e sostenitori di certi interventi voglio quindi ricordare che se davvero si vuole il bene della gente, i problemi delle periferie non si risolvono sperperando soldi in metodi “di facciata” alla Titina De Filippo, ma investendo fondi per interventi concreti e durevoli, atti a cancellare dai vocabolari i termini “periferia” e “degrado”.

PS – Se siete residenti in uno dei vari edifici “rigenerati” a suon di murales e avete notato, all’interno di casa, la comparsa di condensa e muffe, chiedete una perizia con verifica del comportamento termo-igrometrico delle pareti e, nel caso, chiedete i danni a chi abbia causato il problema.

G. Neretti, F. Soma, “La Verifica Termoigrometrica delle Pareti – teoria, esempi di calcolo, caratteristiche dei materiali, 124 esempi precalcolati“. Ulrico Hoepli Editore SpA, Milano 1982. Si noti come, a seconda della posizione di una “barriera al vapore” al di là del cosiddetto punto di rugiada causato dall’intersezione della curva della pressione reale del vapore con la curva di saturazione del vapore possa formarsi condensa all’interno degli ambienti.

[1] https://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2018/07/15/street-art-e-rigenerazione-urbana-una-scomoda-verita/

[2] http://www.strettoweb.com/foto/2021/04/inaugurazione-murales-a-reggio-calabria-falcomata-risponde-alle-critiche/1168361/

[3] http://www.loravesuviana.it/news/i-colori-che-raccontano-il-sogno-di-riscatto-del-ghetto-napoliest-tra-degrado-e-arte-contemporanea-internazionale.html/

2 pensieri su “Rigenerazioni “im-murales”

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