PNRR (Potreste Non Rovinare Roma?) – Terme di Caracalla … dove le idiozie vengono a galla

PNRR (Potreste Non Rovinare Roma?) – Terme di Caracalla … dove le idiozie vengono a galla

Terme di Caracalla – la nuova vasca con palco (Foto di Leandro Lentini presa dal sito Artibune.com)

Aprile, mese che secondo la tradizione segnò la fondazione di Roma, a 2777 anni di distanza inizia secondo i peggiori auspici per la Caput Mundi.

Alcuni giornali e siti web adusi a propagandare, con termini e spiegazioni affascinanti, il peggio dell’arte e dell’architettura, hanno infatti informato i romani che, “grazie” al PNRR, verranno realizzati una serie di progetti  che interesseranno una serie di simboli della sua millenaria storia, dai Fori Imperiali[1] alle Terme di Diocleziano alle Terme di Caracalla … sulla base di «processo di evoluzione ambizioso e fortemente votato alla contemporaneità, nell’ottica di una fruizione pensata per il visitatore moderno»

Lo scorso 5 aprile, l’indefesso “strillone-dell’abominio-artistico-contemporaneoArtibune ha pubblicato l’articolo “Rivoluzione alle Terme di Caracalla a Roma: torna l’acqua dopo 1800 anni[2]”a firma di Livia Montagnoli.

Nel testo si legge: «Il progetto “Caracalla allo specchio” è il primo intervento a concretizzarsi di una più ampia operazione di ripensamento del sito in chiave contemporanea, nel rispetto della sua storia millenaria […]».

L’autrice ricorda come, presso l’immenso stabilimento termale Antonino, fosse già presente in antichità una “Natatio”, le cui dimensioni erano pressoché le stesse di una piscina olimpionica, collocandola “oltre la basilica centrale” … una puntualizzazione che, però, rischia di confondere le idee a chi, non conoscendo il monumento o quello che era lo schema canonico di un impianto termale imperiale, potrebbe pensare alla presenza di una “basilica” in questo complesso.

Sebbene infatti quel “tipo” architettonico si possa astrattamente ricondurre a quello di una “basilica”, nello specifico sarebbe stato necessario chiamarlo Frigidarium, ovvero quell’immenso spazio coperto dove erano presenti le vasche per il bagno freddo, delimitato a nord-ovest da una Palestra, a sud-ovest dal Tepidarium, a sud-est da un’altra Palestra e a nord-est, appunto, dalla Natatio.

Pianta delle Terme di Caracalla (Immagine presa dal sito romaelazioperte.blogspot.com)

Sono certo che, in molti, riterranno questa mia puntualizzazione una pignoleria gratuita, visto che non si tratta di un saggio accademico, tuttavia la ritengo necessaria perché, nell’era dei “fondamentalisti del contemporaneo” e della condanna della “falsificazione della storia” in nome del rispetto della storia, appare singolare che vengano pubblicati testi così fuorvianti …

Ovviamente il problema di oggi non è, né può essere, quello dell’uso inappropriato di un termine architettonico, ma quello che l’articolo racconta e, soprattutto, le citazioni delle dichiarazioni dei progettisti e soprintendenti responsabili di questa immensa ed immonda opera falsificatoria.

Il testo spiega:

«[…]A partire dal 12 aprile 2024, la suggestione della Natatio sarà evocata grazie a un intervento di architettura contemporanea che promette di essere spettacolare, come sottolineato dalla soprintendente speciale di Roma Daniela Porro nell’annunciare l’iniziativa “Caracalla allo specchio”: “La Soprintendenza desidera innescare un processo di rinnovamento e di apertura alla città in uno dei siti archeologici più importanti della Capitale. Un intervento di architettura contemporanea che si armonizza con quella antica, per consolidare il ruolo delle Terme di Caracalla come un centro promotore di cultura e arte. Il ritorno dell’acqua non è solo una meraviglia fine a sé stessa, ma vuole essere simbolo concreto di riconnessione con l’antico”. Il ritorno dell’acqua, dunque, sarà la grande novità di una fase di rivoluzione per l’immagine di Caracalla che abbiamo conosciuto finora».

Fa specie che la Soprintendente Speciale Daniela Porro osanni questa immane idiozia, soprattutto fa specie che ella manifesti apertamente il suo nihilismo in nome dell’architettura contemporanea, come se i turisti (colti o meno che possano essere) richiedano un “aggiornamento” del monumento, piuttosto che apprezzarlo per quello che è giunto a noi.

La cosa però più grave è che questi personaggi, preposti alla tutela e conservazione dei monumenti e non al loro stravolgimento, promuovano perfino un “aggiornamento”, ignorante e falsificatorio, che risulterà estremamente ingannevole per i visitatori meno colti.

L’articolo infatti continua spiegando:

«Al centro del sito, quindi non nella posizione originale della Natatio, una vasca di colore nero dalla forma lineare – di 42 metri per 32 con acqua a sfioro su tre lati, sporgente dal terreno di soli 10 centimetri – sorprenderà i visitatori come primo elemento acquatico di un progetto di più ampio respiro, finalizzato a restituire la percezione delle Terme come erano nell’antichità, oltre 1.800 anni fa».

Quindi parliamo di abominevole una “vasca per zanzare”, di proporzioni quasi olimpioniche, rigorosamente NERA in ossequio al nihilismo della nostra epoca, intenzionalmente non posizionata dove era in origine la Natatio che, però, si ha l’ardire di sostenere far parte di un programma “finalizzato a restituire la percezione delle Terme come erano nell’antichità, oltre 1.800 anni fa”.

Terme di Caracalla – collocazione della nuova “Natatio”

Addirittura l’articolo spiega che:

«Pur non interferendo nella percezione del monumento, inoltre, la vasca, animata da getti zampillanti, potrà ospitare anche un palco sull’acqua, che ospiterà performance teatrali, conferenze, spettacoli di danza o concerti di musica classica […]».

Sarebbe davvero utile che l’autrice, ma soprattutto la Soprintendente e i progettisti, aiutassero noi poveri mortali a comprendere come questa vasca, realmente, “non interferisca con la percezione del monumento”.

La propaganda dell’assurdo continua nell’articolo col paragrafo intitolato “L’architettura contemporanea rinnova il sito archeologico”, riportando le parole dell’illuminato e visionario progettista Hannes Peer con il contributo di Paolo Bornello:

«si è scelto, dunque, di collocare la vasca nei giardini, con orientamento assiale, duplicando il calidarium. Nebulizzazioni, zampilli e giochi di luce avranno la funzione di evocare il vapore degli ambienti più caldi delle Terme, grazie a un impianto di atomizzazione dell’acqua che produce una nube proiettata verso il centro della vasca. E anche l’elemento del riflesso, che invita alla contemplazione in parallelo all’esperienza immersiva, giocherà un ruolo suggestivo al calar del sole, quando le rovine archeologiche si specchieranno nell’acqua della vasca».

In pratica, in linea con l’intenzione di confondere le idee dei visitatori, non solo si colloca una pseudo-replica della Natatio in posizione opposta, cancellando una parte dello “Xystòs” (il meraviglioso giardino che circondava lo stabilimento termale), ma addirittura si producono finti vapori che vorrebbero emulare quelli che caratterizzavano le vasche del Calidarium e dei Laconica … un vero e proprio processo decostruttivo e distruttivo della storia dell’architettura, un’idiozia che D’Annunzio definirebbe una “cretinata fosforescente”, come ebbe a definire il Marinetti.

Tutto questo, alla luce delle anticipazioni dei prossimi passi riportate nell’articolo di Artribune, non può che far rabbrividire.

«Peer, architetto altoatesino di base a Milano, anticipa anche i prossimi obiettivi di questo “ritorno all’antico” in chiave spettacolare. Grazie ai fondi del Pnrr, infatti, e sotto la direzione di Mirella Serlorenzi, il complesso delle Terme di Caracalla sarà dotato, nei prossimi anni, di nuovi ingressi (compreso un portico centrale con biglietteria, che recupererà l’antico accesso), fontane e giochi d’acqua. Si amplieranno, inoltre, le aree verdi, grazie alla supervisione del paesaggista Giuseppe Provasi, con la realizzazione di un orto botanico ecosostenibile, allestimenti in verde effimero a completare le architetture incomplete, spazi per l’otium e gli eventi. Nell’operazione si inseriscono anche la creazione di un nuovo centro servizi con biblioteca e punto ristoro e un complesso intervento di manutenzione e restauro delle strutture murarie.

Un processo di evoluzione ambizioso e fortemente votato alla contemporaneità, nell’ottica di una fruizione pensata per il visitatore moderno. Non una novità assoluta, per Caracalla, che già da qualche anno, accogliendo mostre dedicate a diversi autori contemporanei (da Pistoletto a PenoneBiasiucci, Staccioli, AvitalBattaglia), sta dimostrando grande coraggio e lungimiranza nel dialogare con il presente».

Se quindi può venire da sorridere, pensando a termini come orto botanico ecosostenibile e verde effimero, pensando al loro reale significato, date le premesse, fa semplicemente spavento pensare a quella che potrà essere l’architettura dei “nuovi ingressi”, del “portico centrale con biglietteria”, del “centro servizi con biblioteca e punto ristoro”, nonché quella delle “fontane e giochi d’acqua” … che in realtà possiamo tranquillamente prefigurare guardando all’abominio proposto da Labics per i Fori Imperiali.

Del resto, la frase dell’ultimo capoverso non lascia dubbi, si tratta infatti di “un processo di evoluzione ambizioso e fortemente votato alla contemporaneità, nell’ottica di una fruizione pensata per il visitatore moderno”.

Davanti a queste dichiarazioni di guerra al Patrimonio dell’Umanità, l’unica soluzione possibile che vedo all’orizzonte è quella di interdire certi professionisti interessati solo al proprio ego, impedendo loro di operare sugli edifici monumentali o di pregio e vietandogli di costruire all’interno dei contesti storici …

Per dirla tutta, risulterebbe ancora più opportuno emettere nei loro confronti una misura restrittiva come il cosiddetto “DASPO URBANO[3]”, misura che, in realtà, oltre che i progettisti, dovrebbe colpire anche quei rappresentanti delle amministrazioni comunali e della Soprintendenza i quali, piuttosto che “amministrare come il buon padre di famiglia[4]” – sedendo nella stanza dei bottoni per ragioni politiche piuttosto che per meriti professionali – tendono ad abusare del proprio potere, considerando i monumenti come loro proprietà e imponendo abomini figli dell’ignoranza e della mercificazione dell’arte, perdendo di vista il proprio ruolo, che dovrebbe limitarsi a trasmettere ai posteri, come e meglio di come li abbiano ricevuti, i beni sui quali hanno “vigilato”.

Chiarito quest’ultimo punto, ritengo dunque che Artibune, piuttosto che elogiare il “grande coraggio e lungimiranza nel dialogare con il presente”, ricordando come presso le Terme di Caracalla, da qualche anno, siano state accolte mostre dedicate a diversi, inqualificabili, autori contemporanei, avrebbe fatto bene a denunciare questo sopruso, che obbliga chi paghi un biglietto – per visitare ed apprezzare il monumento patrimonio dell’umanità per quello che è ed immaginando come fosse in origine – a vedere sgorbi informi di ferraglia arrugginita e altre opere miserabili che ne disturbano la percezione[5].

Terme di Caracalla, oscena installazione consistente in un enorme ferro arrugginito (pardon … tra i sado-masochisti che ne fanno uso si chiama “corten steel”) che, senza alcun senso, fuoriesce da una finestra apparendo come il rudere di un vecchio puntello dimenticato in cantiere a fine consolidamento. Questa schifezza, opera di Mauro Staccioli, si chiama “Diagonale Palatina” … il che spiega tutto, non dell’opera, quanto della cultura che l’ha prodotta (foto E. M. Mazzola)

Gli ignoranti che promuovono l’uso dei monumenti come vetrina per mettere in mostra questa immondizia – peraltro raccontando di “migliorare l’offerta culturale adeguandola al XXI secolo” – se non fossero gravemente in malafede, dovrebbero ammettere che non sono i monumenti a necessitare di certa paccottaglia, ma quest’ultima a necessitare del monumento … Se davvero costoro sono convinti dell’interesse del pubblico per quella immondizia, che provino pure ad esporla nelle squallide periferie figlie della stessa ideologia … forse, infatti, solo così riuscirebbero  a rendersi conto dell’assoluto vuoto culturale che promuovono, nell’interesse dei mercanti d’arte.

Chiudo quindi modificando il significato dell’ultimo acronimo, pericolosamente di moda: P.N.R.R. : Potreste Non Rovinare Roma?


[1] https://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2024/04/08/prima-di-gioire-del-progetto-dei-labics-per-i-fori-imperiali-riflettete/

[2] https://www.artribune.com/arti-visive/archeologia-arte-antica/2024/04/terme-caracalla-roma-torna-acqua-piscina-architettura-contemporanea/

[3] https://www.avvocatodistrada.it/daspo-urbano/

[4]  art. 1710 Codice Civile – Diligenza del Mandatario. Il mandatario è tenuto a eseguire il mandato [1703] con la diligenza del buon padre di famiglia; ma se il mandato è gratuito [1709], la responsabilità per colpa è valutata con minor rigore. Il mandatario è tenuto a rendere note al mandante le circostanze sopravvenute che possono determinare la revoca o la modificazione del mandato.

[5] https://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2017/11/18/cio-che-non-fecero-ne-barbari-ne-barberini-lo-faranno-prosperetti-galloni-e-franceschini/

18 pensieri su “PNRR (Potreste Non Rovinare Roma?) – Terme di Caracalla … dove le idiozie vengono a galla

  1. Le quaranta pagine del curriculum vitae del Soprintendente preposto danno la plastica rappresentazione di quanto gli addetti ai lavori, oltrechè gli architetti, abbiano, tenacemente e cavillosamente, contribuito alla confusione generale con la propria attività editoriale e mentale: continua, appassionata, versatile, coinvolgente e…. del tutto insignificante; quanto i più scaltri fra loro vi abbiano profuso l’autorevolezza che danno le amicizie, la superbia, la “freschezza” di pensiero, la coscienza di coronare una gerarchia culturale e politica, la mancanza d’immaginazione, i limiti, la stolidità.
    Unico assente ; il senso del ridicolo.
    Che avrebbe potuto arginare, forse, le fantasie pseudo-barocche della macchina scenica partorita dal “désigner milanese” di turno già sulla pista di decollo. ( …per fortuna, o per insondabile senso dell’equilibrio, un’altro designer milanese ci ha appena lasciato.. La Provvidenza, od il Caso, non ne sopportano oltre un certo limite…come i Bocconiani…)
    Cosa c’entri con il PNRR che dovrebbe finanziare (…non a fondo perduto, si badi bene, e con tassi ancora avvolti nel mistero…) le attività che ci dovrebbero portare fuori dal buco di PIL apertosi nel 2011 e mai recuperato stante la ritrosia ad allentare l’output-gap imposto (…rectius; autoimposto dai gaulaiter nostrani ) non è dato ancora saperlo.
    Si pensa forse che con codesta istallazione aumenti a tal misura la vendita dei biglietti, affitti e noleggi, da ripagarne le spese ed aumentare gli introiti in breve tempo ?
    No ! ….evidentemente…
    Il grande diluvio di denaro piovuto dal cielo stellato di Bruxelles qui è solo una “rugiada di marchette” scesa sul prato stentato di Caracalla.
    Saluto

  2. E tutte queste patetiche messe in scena ricordano, nella forma e contenuto, l’antesignano tragico di “Nerone Rock”, velleitario tentativo di violare il sacro colle del Palatino. Poi Giove Capitolino ci mise una pezza ! Questa robaccia senza capo né coda ha la pretesa di offrirsi come cultura ma è solo una truffa di bassa lega, in cui si sollazzano gli “investitori” e tutti i gradi delle Amministrazioni Pubbliche nessuna esclusa!

  3. Salve Ettore!

    Volevo chiederle una cosa: ma lei è per caso imparentato con il grande Girolamo Francesco Maria Mazzola detto anche il “Parmigianino”? Ha mai provato a scavare nel passato della sua genealogia? Sarebbe interessante poter sapere se esiste una parentela.

    1. Un mio collega portoghese, che ama fare studi di questo genere, ha fatto questa ricerca che lo ha condotto a dirmi che il legame c’è … se è vero non lo so ma è una cosa che mi fa grande piacere e che, in qualche modo, spiega la passione di mio nonno, mio padre, me e i miei figli per la pittura

      1. Ma che bella questa cosa! Oltrettutto lei condivide anche il nome “Maria” con il Parmigianino.
        Questa parentela deve essere anche motivo di vanto, non essendo di certo una cosa che capita a tutti ; )

        Inoltre vorrei informarla dell’ennesimo sfregio che ha preso atto in piazza del Popolo: il posizionamento di un campo da tennis da ieri, 27 Aprile, fino al 19 di Maggio. Parliamo di tre settimane in cui una delle più belle piazze del mondo viene sfregiata da uno squallido campo da tennis. Immagino solo la reazione dei turisti in visita a Roma.

        Si senta pure libero di scriverne in un post.

          1. Follia pura.
            Ti prego di scriverne un post dei suoi dopo che avra’ visto l’orrore attraverso i video e le foto.

  4. “…nell’ottica di una fruizione pensata per il visitatore moderno…”, il quale resta a Roma mediamente tre giorni, guarda ma non vede, vede ma non capisce e non capisce perché non conosce, non conosce perché non gliene frega una mazza di sapere….mediamente; però vuole stupirsi, i nostri organizzatori ritengono che voglia stupirsi (più pratici che voglia stordirsi) e dunque bisogna vendere lo stupore…a ogni costo.

      1. Il senso di tristezza deriva dal vortice di squallore generato da un modo di concepire non solo i beni pubblici, ma la vita stessa delle persone, come strumenti da piegare al raggiungimento di un unico scopo, un solo obiettivo. Questo è lo squallore.

  5. La cronaca di questi giorni riporta la conferma di quanto qui accennato, Firenze, Pompei, Roma, e chi più ne ha più ne metta, prede indifese di orde di squilibrati, a loro volta prede di psicosociopatologie, che si scagliano contro i beni archeologici culturali.

    1. Sotto l’egida di politici, soprintendenti e archeologi che amano mostrarsi colti promotori che “adeguano” i monumenti al nostro tempo, “migliorandone” l’offerta! … Ah, se fosse possibile riutilizzare il Codice di Hammurabi

      1. Temo che dovremo, invece, incrementare gli sforzi, ciascuno secondo le proprie possibilità e ognuno secondo le sue competenze, per contribuire a porre fine a questa rouletterussa sulla pelle delle nostre città e dei beni pubblici, artistici, culturali, naturalistici e ambientali.

        1. infatti io mi sforzo in tutti i modi per porre fine a questa vergogna … ma mi sento molto solo, viviamo in un Paese omertoso, dove tanti si lamentano ma praticamente nessuno vuole “sporcarsi le mani”

          1. Forse perché non serve. Probabilmente è più intelligente assistere allo spettacolo di un albero che crolla per consunzione che non affaticarsi a segarlo o, peggio, potarne i rami per prolungargli la vita. Sia come sia il conto arriva sempre allo stesso indirizzo.

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