Solo poche settimane fa, riallacciandomi ai tanti articoli pubblicati dalla Gazzetta del Mezzogiorno in merito alla vicenda dell’ex edificio ENEL di viale Marconi a Barletta, avevo espresso i miei dubbi sul modo in cui l’urbanistica venga gestita, nel capoluogo della BAT e nell’intera Regione Puglia[1].
A Barletta, infatti, a causa della mancanza di volontà di procedere all’approvazione di un vero e proprio PUG (quello esistente e mai attuato è ormai obsoleto e da rivedere), chi amministra la città preferisce muoversi per varianti e sotterfugi, perfino arrivando ad eliminare, monetizzandoli, gli standard urbanistici minimi, per far posto ad edilizia privata …
Tuttavia, a ben vedere, questo problema non riguarda la sola Barletta e la Regione Puglia, ma tutto il territorio nazionale.
Va difatti riconosciuto come, nel Paese del “fatta la legge, scoperto l’inganno”, negli ultimi anni si è fatto di tutto per peggiorare le nostre città e passare da un’idea di urbanistica pensata per la comunità, a quella di un’urbanistica dell’individualismo e dell’arroganza.
Infatti, grazie a questo modo miope e arrogante di fare all’urbanistica – un sistema meramente interessato al “fare cassa” e al “fare favori a qualcuno” – nell’ultimo quarantennio l’Italia è stata in grado di concepire e approvare ben tre leggi che hanno consentito il condono edilizio di bubboni edilizi di ogni genere, in danno al patrimonio, al paesaggio e alla sicurezza più in generale … si pensi agli edifici costruiti in zone a rischio idrogeologico e alle tante morti che hanno portato.
Ma l’avidità umana rende ciechi e non pone limiti alla soddisfazione dell’interesse privato in danno alla comunità e così, tra il 2008 e il 2009, gli stessi promotori delle due ultime leggi criminali per il condono edilizio, approvarono la legge sul Piano Casa[2] … ovviamente usando la tecnica del “claim[3]” e facendo credere alla gente che le si stesse facendo un favore non da poco, con «l’obiettivo di “garantire su tutto il territorio nazionale i livelli minimi essenziali di fabbisogno abitativo per il pieno sviluppo della persona umana”. Esso ha previsto, infatti, una serie di misure rivolte all’incremento del patrimonio immobiliare – sia con nuove costruzioni che con il recupero di quelle esistenti – da realizzare con il coinvolgimento di capitali pubblici e privati, destinati alle categorie sociali svantaggiate.
Il Piano ha inteso infatti coinvolgere soprattutto le risorse private attraverso il ricorso a modelli di intervento in precedenza limitati al settore delle opere pubbliche (project financing), oppure a strumenti finanziari immobiliari innovativi per l’acquisizione o la costruzione di immobili per l’edilizia residenziale quali l’istituzione di fondi immobiliari per la residenza sociale, cd. social housing».
Per mettere in atto l’ignobile macchina del Piano Casa, le Regioni (questa volta in maniera bipartisan) approvarono in fretta e furia le proprie Leggi Regionali … perfino in prossimità di Ferragosto (come in Puglia e nel Lazio), sì da evitare il fastidio di qualche buontempone che preferisse mettere il bastone tra le ruote, piuttosto che starsene disteso su un lettino in spiaggia.
Non paghi di quanto messo in atto fino a quel momento, nel 2011 il Governo Berlusconi approvò la legge sulla (presunta) Rigenerazione Urbana[4] che, grazie ad una serie di ignobili Leggi Regionali, tutte rigorosamente basate sulla tecnica del “claim” intesa ad infinocchiare il popolo bue con parole e slogan buonisti, ha consentito un attacco senza precedenti al territorio nazionale[5].
La recente normativa in materia di “semplificazioni” sta facendo il resto.
Questo quadro drammatico serve a capire come e perché, i cittadini pugliesi e tutti gli italiani mossi dall’amore della propria città e nazione, dovrebbero accogliere con grida di giubilo la Sentenza della Consulta 17/2023 che ha deciso di cancellare la proroga del Piano Casa pugliese per l’anno 2022.
Ovviamente questa sentenza ha gettato nello sconforto chi già sentisse l’acquolina in bocca per i piani speculativi in corso, non parliamo di chi stesse semplicemente ampliandosi la villetta o chiudendo una veranda, ma di chi stesse procedendo – grazie alle scappatoie normative create ad-hoc da politici senza scrupoli che legiferano sotto dettatura – alla realizzazione di edifici derivanti da demolizioni e ricostruzioni con premi di cubatura che, da oggi, sono finalmente ritenuti inammissibili.
Sinceramente è molto difficile riuscire a comprendere cosa possa aver mosso l’attuale Governo ad impugnare la Legge Regionale pugliese dello scorso agosto che prevede «che le pratiche edilizie presentate in base al “Vecchio” Piano casa dovessero essere “istruite e concluse secondo le prescrizioni” della legge14/2019» … forse la cosa è nata da una mossa politica atta ad attaccare la locale giunta di centro-sinistra (presunto), mentre il Governo è in mano al (presunto) centro-destra? Non lo sapremo mai, ma fa sorridere riflettere sul fatto che questa mossa rischi di ottenere lo stesso risultato del “marito geloso che, per far dispetto a sua moglie si evirò”, poiché questa decisione getta, si spera per sempre, alle ortiche, tutta l’arrogante normativa predisposta dei passati governi di centro-destra a beneficio dei cosiddetti palazzinari.
La cosa tragicomica, che invece desta non poca preoccupazione, è che a cadere nello sconforto non siano solo i palazzinari, ma anche le amministrazioni comunali, queste ultime, infatti, hanno fatto cassa grazie a quelle concessioni oggi ritenute irregolari e, a breve, potrebbero vedersi costrette a dover restituire il denaro pagato per gli oneri di urbanizzazione e costruzione … sempre ammesso che risulti ancora disponibile.
L’articolo pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno da Massimiliano Scagliarini lo scorso 11 febbraio ha fatto un quadro molto preciso della situazione, concludendo che si tratti di: «Un pasticcio enorme, le cui responsabilità sono assolutamente bipartisan, e che potrebbe addirittura allargarsi nei prossimi mesi. Il Consiglio Regionale pugliese è sempre stato felice di mettere le mani nelle norme urbanistiche, a volte con invenzioni che hanno sfiorato l’incredibile (tipo la possibilità di ampliare anche edifici non ancora esistenti). E non è affatto detto che la nuova legge passi indenne il vaglio della Corte Costituzionale».
Questa sentenza, certamente drammatica per molti investitori e amministrazioni comunali, viene fuori nel momento in cui un’altra decisione, ancora più drammatica per il settore edile, è stata presa per frenare la grande abbuffata dei bonus edilizi[6] … cosa assolutamente prevedibile e che, perfino per uno come me che non è un economista né Nostradamus, era stato possibile prevedere[7] prima ancora che la bomba scoppiasse.
Certo è che, fino ad oggi il “giochetto” dei bonus è già costato oltre 110 miliardi a tutti noi italiani, sicché c’è da sperare che questa situazione non si concluda a tarallucci e vino, portando chi sieda nella sala dei bottoni a tornare sui suoi passi per non danneggiare il settore, un auspicio che riguarda anche il discorso fatto sulla Sentenza della Consulta sull’illegittimità del Piano Casa.
Questo non significa certamente essere avverso al mondo dei costruttori, ma semplicemente voler auspicare che si torni a saper coniugare gli interessi pubblici assieme a quelli privati … una pratica ormai scomparsa dalla nostra politica urbanistica, sin da quando le leggi – cosiddette fascistissime – del 1925-26, esautorarono quegli enti, statali e parastatali, che operavano in sana competizione con gli imprenditori privati, svolgendo il ruolo del “buon padre di famiglia che dà il buon esempio ai propri figli[8]”.
Ciò vuol dire che, piuttosto che cullarsi sui piani e sulle norme – errate e obsolete – vigenti, anche in ottemperanza degli obiettivi di COP 26 e COP 27 che prevedono la necessità di abbattere il consumo energetico e il consumo di suolo, dovremmo cercare di pazientare un pochino e mettere in piedi una sorta di “Piano Marshall” per l’intero patrimonio immobiliare realizzato dal secondo dopoguerra ad oggi.
Come infatti ricorda l’adagio popolare, “la gatta che aveva fretta fece i gattini ciechi”, ragion per cui sarebbe utile pensare a lungo termine piuttosto che affrettare le nostre mosse rischiando di mettere il Paese in ginocchio.
Come ho più volte avuto modo di ricordare[9], in questo momento avremmo a disposizione un’occasione straordinaria, che è quella del PNRR, un’occasione che, se ben messa in atto guardando a norme e strumenti del nostro recente passato, nell’interesse della comunità prima ancora che privato, potrebbe rimettere in piedi l’Italia e creare un lungo periodo di benessere economico per tutti … inclusi quelli che hanno iniziato a leccarsi le ferite inferte dalla sentenza della Consulta di cui sopra.
[1] https://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2023/02/03/lurbanistica-dellarroganza-dagli-standard-minimi-alla-loro-monetizzazione-e-poi/
[2] https://leg16.camera.it/561?appro=671&I+%22piani+casa%22+e+i+%22piani+citt%C3%A0%22
[3] https://www.mysocialweb.it/claim/
[4] https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:2011-07-12;106
[5] https://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2019/07/02/edifici-storici-a-rischio-rigenerazione-urbana/
[6] https://www.ilsole24ore.com/art/stop-cessione-crediti-ecco-tutti-bonus-casa-coinvolti-AE8tGzoC?refresh_ce=1
[7] https://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2019/10/25/bonus-facciate-o-bonus-di-facciata/
[8] Codice di Procedura Civile – Obbligazioni del Mandatario, art. 1710 (Diligenza del mandatario). Il mandatario è tenuto a eseguire il mandato (2030, 2392, 2407, 2608) con la diligenza del buon padre di famiglia (1176 – diligenza nell’adempimento)
[9] https://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2022/04/29/pnrr-si-grazie-ma-che-lo-si-faccia-sulla-falsariga-del-piano-di-rivitalizzazione-del-centro-storico-di-bologna-del-1969/