Parco o Parcheggio? Vale più un parcheggio o la salute dei cittadini?

Lo scorso anno, in occasione della “vicenda LIDL”, ho dovuto ripercorrere l’intera vicenda di quell’area, a partire dal 1969, per rinfrescare la memoria degli amministratori e dirigenti comunali di Barletta e della Soprintendenza, le cui funzioni mnemoniche sembravano vacillare[1] … la cosa, fortunatamente, funzionò e quello scempio venne evitato.

Purtroppo però, forse a causa di una maledizione lanciata su quell’area da una strega cattiva, sembra che anche la nuova giunta, capeggiata dal medesimo sindaco della precedente, soffra di disturbi della memoria … questa volta però di quella recente, per cui ho ritenuto con questo articolo ricordare loro – e a tutti i barlettani – qualcosa di molto importante.

Lo scorso 10 febbraio BarlettaLive.it aveva reso noto che il presidente del comitato Operazione Aria Pulita BAT, avv. Michele Cianci, aveva depositato un esposto basato su uno studio, molto preoccupante, pubblicato a dicembre 2021 sulla prestigiosa rivista e&p – Epidemiologia e Prevenzione. L’avvocato Cianci aveva affermato: «Non giriamoci attorno, parliamo di un’incidenza maggiore di leucemie, neuroblastomi e tumori del sistema nervoso centrale sui nostri bambini da 0 a 14 anni. Patologie che, guarda che caso, sono strettamente correlate a un maggiore inquinamento atmosferico e non. E queste non sono le uniche, essendo strettamente connesse anche ictus, infarti, malattie polmonari e sistemiche di diversa patogenesi[2]».

A tal fine è anche utile ricordare quanto denunciato, sin dal 2016, da Rino Daoliso riprendendo un post di Onofrio Laricchiuta relativo alla “metamorfosi di Barletta da scarpe e maglierie ai rifiuti[3].

Va inoltre ricordato che, lo scorso 4 febbraio, non poca preoccupazione aveva destato l’articolo pubblicato da  BarlettaViva.it intitolato “Inquinamento, Barletta maglia nera per la presenza di PM10 nell’aria – Diffusi i dati del report di Legambiente “Mal’aria di città”: nella nostra città rilevati 25 μg/mc di PM10[4]

Preoccupazione che, evidentemente, non ha riguardato coloro i quali, nonostante l’esistenza di vincoli storico-ambientali e perfino di un progetto per la realizzazione di un grande parco lineare lungo l’area del porto, stanno portando avanti l’idea di realizzare un parcheggio per 200 auto (pare anche a gestione privata ENI) presso il Castello[5]

A tal proposito occorrerebbe che i barlettani riflettessero a fondo sul fatto che questo parcheggio, se realizzato, andrebbe a “tombare” definitivamente il gravissimo problema della presenza, nel sottosuolo dell’area, di liquidi estremamente tossici dovuti ai tanti anni durante i quali era stata usata per il deposito dei carburanti … una grande convenienza per chi dovrebbe provvedere alla bonifica e che ora offre il terreno “gratuitamente” al Comune!

Il sindaco Cannito ha comunque affermato: «Come da accordi già stipulati con i vertici di ENI, abbiamo ripreso a dialogare con gli stessi per la riqualificazione e la riconsegna alla città di quest’area di 17mila metri quadrati, in via Cafiero, nei pressi del nostro Castello. Qui sorgerà un nuovo parcheggio pubblico da 200 posti auto. Sarà al servizio del centro storico e delle litoranee al fine di arginare l’emergenza parcheggi, il traffico veicolare e l’inquinamento nella nostra città. Prosegue il nostro lavoro per una Barletta più moderna e proiettata nel futuro».

Ebbene, come avevo avuto modo di far presente al sindaco in occasione di un incontro per parlare di PUG e altre problematiche urbanistico-ambientali, avvenuto lo scorso mese di luglio a Barletta, ritengo che la scelta di realizzare questo parcheggio sarebbe l’errore più grande che la sua nuova amministrazione potrebbe compiere.

Quel parcheggio infatti, diversamente dalle sue certezze assolute 1) rischierebbe di congestionare maggiormente il traffico veicolare barlettano e, 2) come si è detto, metterebbe una pietra tombale sul ben più grave danno ambientale.

Se davvero si intende migliorare la situazione del traffico occorrerebbe documentarsi in giro per l’Italia e all’estero e capire che, come è ormai stato acclarato (se ne parla in tutti i convegni internazionali cui mi capita di partecipare), l’illusione di poter trovare un parcheggio in centro, piuttosto che dissuadere gli automobilisti barlettani, li attrarrebbe in quell’area, creando incolonnamenti ed emissioni nocive … sicché solo a chi non è del mestiere può apparire credibile che questo intervento venga fatto “al fine di arginare l’emergenza parcheggi, il traffico veicolare e l’inquinamento nella nostra città”.

Per quanto concerne invece il discorso ambientale, la cosa è molto più delicata e richiede delle domande e delle doverose risposte:

  1. Non sarà mica che l’ENI possa avere un interesse particolare a liberarsi di quest’area – qualcuno ha addirittura raccontato di una cessione a titolo gratuito – per evitare la costosissima bonifica facendola ricadere sui contribuenti?
  2. È possibile che, nella fretta di fare uno dei tanti progetti “cotti-e-mangiati” possibili nell’arco di una legislatura, qualcuno possa aver fatto credere al sindaco che, trattandosi di una semplice colata di cemento e asfalto, ergo di un qualcosa che non necessita di scavi per fondazioni, il problema del sottosuolo intriso di liquidi tossici non vada affrontato?
  3. È sempre possibile che, per le stesse ragioni, qualcuno possa aver pensato che il vincolo ambientale insistente sull’area fosse risibile?
  4. E cosa dire della presenza, in più occasioni ricordata dallo storico locale Nicola Palmitessa, nel sottosuolo di quest’area, del porto greco romano della città?

Non starò qui a ricordare tutti i dettagli della vicenda LIDL, bloccata anche grazie alla presa di coscienza dell’attuale sindaco, il quale seppe dare ascolto a quanto da noi denunciato, tuttavia ritengo necessario richiamare quanto riportato nel D.M., pubblicato sulla G.U.339 del 30.12.1974, “DICHIARAZIONE DI NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO DEL PORTO E DEI LITORALI PROSPICIENTI IL CASTELLO ANGIOINO, IN COMUNE DI BARLETTA”.

«(…) esaminati gli atti;

Considerato che la Commissione Provinciale di Bari per la Protezione delle Bellezze Naturali nell’adunanza del 27 luglio 1972 ha incluso nell’elenco delle località da sottoporre alla tutela paesistica, compilato ai sensi dell’art.2 della legge sopracitata, la zona del porto e litorali prospicienti il castello Angioino, sita nell’ambito del territorio comunale di Barletta;

Considerato che il verbale della suddetta commissione è stato pubblicato nei modi prescritti (…)

Visto che nessuna opposizione è stata presentata, a termini di legge avverso la predetta proposta di vincolo;

Considerato che il vincolo comporta, in particolare, l’obbligo da parte del proprietario, possessore o detentore a qualsiasi titolo, dell’immobile ricadente nella località vincolata, di presentare alla competente soprintendenza, per la preventiva approvazione, qualunque progetto di opere che possano modificare l’aspetto esteriore della località stessa;

Riconosciuto che la zona del porto di Barletta e litorali prospicienti il Castello Angioino riveste notevole interesse panoramico ed ambientale ed è resa più suggestiva dalla presenza dell’insigne monumento;

Considerato che nella predetta zona esistono numerosi pubblici belvedere dai quali possono godersi le viste del Castello e dell’agglomerato urbano di Barletta;

Decreta:

La zona del porto e litorali prospicienti il castello Angioino sita nel territorio del comune di Barletta ha notevole interesse pubblico, ai sensi della legge 29 giugno 1939, n°1497, ed è quindi sottoposta a tutte le disposizioni contenute nella legge stessa. Tale zona è delimitata nel modo seguente:

Tratto A-B: parte della costa all’altezza del punto di confluenza della litoranea di Ponente con la via Cristoforo Colombo, prosegue lungo la predetta strada fino all’incrocio di Piazza Marina con le mura di San Cataldo;

Tratto B-C: segue le mura di S. Cataldo fino all’incrocio col Viale Regina Elena;

Tratto C-D: dall’incrocio delle mura di S. Cataldo fino all’incrocio col Viale Regina Elena, lungo quest’ultima fino al mare;

Tratto D-A tutta la fascia costiera dal Viale Regina Elena alla via Cristoforo Colombo.

(…)

La Commissione, all’unanimità, delibera di sottoporre a vincolo, a norma dell’art.1, n.3) e 4) della legge 29 giugno 1939, n.1497, e del regolamento 3 giugno 1940, n.1357, includendola nell’elenco delle bellezze naturali della provincia di Bari, la zona del porto di Barletta e litorali prospicienti il castello Angioino delimitata dalla poligonale di cui all’annessa planimetria con vertici dal punto A al punto D, descritta più specificatamente con i seguenti tratti:

Tratto A-B: parte della costa all’altezza del punto di confluenza della litoranea di Ponente con la via Cristoforo Colombo, prosegue lungo la predetta strada fino all’incrocio di Piazza Marina con le mura di San Cataldo;

Tratto B-C: segue le mura di S. Cataldo fino all’incrocio col Viale Regina Elena;

Tratto C-D: dall’incrocio delle mura di S. Cataldo fino all’incrocio col Viale Regina Elena, lungo quest’ultima fino al mare;

Tratto D-A tutta la fascia costiera dal Viale Regina Elena alla via Cristoforo Colombo».

Ebbene, come avevo già avuto modo di esprimere al sindaco nel mese di luglio, credo che l’occasione della demolizione degli ex stabilimenti Di Paola e il successivo blocco del cantiere della LIDL, unita all’acquisizione del terreno ENI, rivesta un’opportunità unica, per Barletta – ma anche per il sindaco per passare alla storia – perché finalmente la città potrebbe dotarsi di un parco davvero degno di essere definito tale.

L’acquisizione di quelle aree, infatti, consentirebbe la realizzazione di un grande parco che dal Castello si estenda fino al porto … per poi magari estendersi lungo la Litoranea di Ponente; un parco che, oltre a portare bellezza in luogo dello squallore, potrebbe aiutare la città ad abbattere CO2 e PM10 grazie al lavoro degli alberi e delle piante.

Una serie di studi scientifici, infatti, ha dimostrato come esistano “alberi anti smog in grado di catturare quasi 4000 chili di anidride carbonica (CO2) nell’arco di vent’anni di vita, bloccando anche le pericolose polveri sottili PM10 e abbassando la temperatura dell’ambiente circostante durante le estati più calde e afose[6].

Perché dunque intestardirsi sulla realizzazione di un “parcheggio-accentratore-di-traffico”, piuttosto che pensare a ridurre, in maniera naturale e sostenibile, quelle emissioni che mettono “Barletta al 1° posto per le leucemie, neuroblastomi e tumori del sistema nervoso centrale sui nostri bambini da 0 a 14 anni” denunciate da Cianci?

Infine è doveroso ricordare una cosa che avevo già definito il “paradosso dei paradossi” in uno degli articoli dedicati alla vicenda LIDL: «il 15 marzo 2021, in totale contrasto con quanto stesse succedendo sull’area di Viale Cafiero n°8, Il Comune di Barletta approvava la Delibera 43[7] – “Ambito 3 – Progetto AREA SOTTOSTANTE CASTELLO BARLETTA” per la realizzazione di un parco litoraneo la cui spesa è stimata in € 5.243.938,00»… Evidentemente nel Comune di Barletta, la mano destra non sa cosa fa quella sinistra! …

Ambito 3 – Progetto AREA SOTTOSTANTE CASTELLO BARLETTA – Stralcio dellaTAV_1/2_IP2

Ambito 3 – Progetto AREA SOTTOSTANTE CASTELLO BARLETTA – Stralcio dellaTAV_1/2_IP2

C’è un ultimo aspetto che vorrei segnalare, probabilmente noto solo a poche persone, ma non di certo agli uffici comunali.

Come si è accennato, a Barletta esiste uno studio svolto dal dr. Nicola Palmitessa – basato su diversi studi a partire dal XVIII secolo – che documenta l’esistenza, nella zona in questione, di preesistenze greco-romane, in particolare dei porti antichi della città.

Se così fosse, e non c’è ragione di dubitare, oltre le prospezioni necessarie all’analisi del terreno per poter operare la corretta bonifica dei veleni presenti, che magari potrebbero avere anche qualche responsabilità nelle patologie raccontate in apertura – pensiamo per esempio alle tante storie di alunni e docenti che si sono ammalati perché le loro scuole sorgevano su discariche tossiche[8] – la Soprintendenza dovrà obbligatoriamente richiedere l’esecuzione di scavi archeologici atti a rimettere in luce i resti di quei porti e delle strutture ad essi connesse.

Perché preferire una colata di cemento e asfalto agli alberi di un grande parco e alla possibile vista di resti archeologici, peraltro migliorando non solo l’estetica, ma soprattutto la qualità dell’aria di Barletta? … A chi giova?


[1] https://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2021/04/18/sulla-vicenda-del-castello-normanno-svevo-angioino-aragonese-lidl-di-barletta/

[2] https://barlettalive.it/2022/02/10/inquinamento-ambientale-a-barletta-oap-deposita-esposto-in-procura-basta-svegliamoci/

[3] https://www.laricchiuta.it/la-metamorfosi-di-barletta-da-scarpe-e-maglierie-ai-rifiuti/

[4] https://www.barlettaviva.it/notizie/inquinamento-barletta-maglia-nera-per-la-presenza-di-pm10-nell-aria/

[5] https://barlettalive.it/2022/07/19/nuovo-parcheggio-pubblico-nei-pressi-del-castello-200-posti-auto/

[6] https://www.coldiretti.it/ambiente-e-sviluppo-sostenibile/piante-mangia-smog

[7] https://www.comune.barletta.bt.it/retecivica/pianiurb/qa/amb3/areacast21/index.htm

[8] https://www.scotsman.com/news/environment/teachers-school-built-toxic-site-have-same-rare-cancer-546270

https://www.washingtonpost.com/archive/politics/2002/01/21/many-schools-built-near-toxic-sites-study-finds/5c76f67d-bf5f-4fa9-b0a4-39406f477abb/

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