Rigenerazione Urbana e sperpero di denaro pubblico – Riflessioni sul Bando “CREATIVE LIVING LAB – III Edizione”

Il bando annuncia lo stanziamento di “oltre 1 milione di euro per il finanziamento di progetti di rigenerazione urbana, per la creazione e la riqualificazione degli spazi di prossimità [1]

Davanti a certe notizie, prima di rallegrarsi di tanta filantropia, forse occorrerebbe fare qualche riflessione … del resto basterebbe andare a spulciare i premi delle precedenti edizioni[2] per capire che ci troviamo davanti all’ennesima presa per i fondelli, ben orchestrata dai mercanti dell’arte (presunta) contemporanea, tanto cari al nostro peggior ministro dei Beni Culturali della storia.

Premio Creative Living Lab

Quando leggo un ”Avviso pubblico per il finanziamento di progetti di rigenerazione urbana attraverso attività culturali e creative”, che parla di “rigenerazione urbana nei territori che vivono realtà di fragilità ambientale, sociale, culturale ed economica, non necessariamente lontani dal centro fisico urbano ma caratterizzati dalla difficile accessibilità a servizi e infrastrutture” e che, intende avviare una riflessione su un tema ritenuto di grande urgenza, quale la carenza di servizi e spazi di qualità nelle differenti realtà urbane del paese, utili ad accogliere, in sicurezza e in condizioni favorevoli, individui e comunità e a creare occasioni per costruire relazioni, confronto e integrazione”, ed “è finalizzata a sostenere progetti culturali e creativi di natura multidisciplinare, di riqualificazione degli spazi pertinenziali all’interno delle aree residenziali, al fine di sostenere un modello di sviluppo basato su processi collaborativi e di innovazione sociale, contraddistinto da parole/concetti chiave, quali: interazione, coesistenza, quotidianità, resilienza alle pandemie e comunità sostenibili”, per poi leggere al capitolo “Obiettivi” che “Creative Living Lab – III edizione sostiene microprogetti di immediata realizzazione, innovativi e di qualità, in grado di trasformare le aree e gli spazi residuali in luoghi di scambio e apprendimento, accessibili, fruibili e funzionalmente differenziati, al fine di creare un rapporto sinergico tra ambiente e tessuto sociale, culturale ed economico; interventi orientati al riutilizzo e alla riorganizzazione delle aree dedicate ai servizi, alle attrezzature di quartiere e agli spazi condominiali comuni”, sinceramente mi indigno!

L’abuso del termine “Rigenerazione Urbana” in Italia è divenuto sinceramente insopportabile, se poi questo viene associato a parole chiave quali “interazione, coesistenza, quotidianità, resilienza alle pandemie e comunità sostenibili”, solo perché ritenute utili a intenerire il popolo e spianare la strada all’ennesimo progetto inutile, ai fini della “Rigenerazione Urbana”, allora mi imbestialisco!

La Rigenerazione Urbana, termine da me portato avanti da oltre 25 anni – la parola lo chiarisce inequivocabilmente – va operata in luoghi urbanizzati in cui dominano il degrado sociale e ambientale, sicché non può operarsi attraverso inutili “micro progetti di immediata realizzazione, innovativi e di qualità, attraverso attività culturali e creative”, utili solo a sperperare denaro e vendere fumo, per poter dire di aver fatto qualcosa.

Queste sono le tipiche cialtronate che portano a parlare di “Rigenerazione Urbana” dopo la realizzazione di qualche immondo ed inutile murales, o attraverso altre manifestazioni intellettualoidi radical-chic che non mutano neanche di un micron la qualità della vita dei residenti … cialtronate che non portano alcun beneficio a chi viva nel degrado, ma solo chi si garantirà il finanziamento …

Piuttosto che sostenere inutili “MICRO PROGETTI”, i fondi per la Rigenerazione Urbana in questo Paese dovrebbero essere investiti per “MACRO PROGETTI” atti a cancellare dal vocabolario la parola “periferia.

Certi progetti infatti, trasformando radicalmente le periferie in nuove centralità, non solo migliorerebbero drasticamente la vita dei residenti ma, al contempo, consentirebbero una mole di lavoro infinita per i tanti “disoccupati da Covid-19” e, soprattutto, aiuterebbero a tutelare le nostre città.

È infatti noto che i “signori del mattone”, grazie all’abuso terminologico della “Rigenerazione Urbana” fornito da leggi regionali ad-hoc, negli ultimi anni – con la scusa di un fantomatico “efficientamento sismico ed energetico” incluso nella “Rigenerazione Urbana” dai legislatori – hanno pericolosamente allungato i propri tentacoli sulle aree pregiate della “Città Consolidata”, proponendo sostituzioni edilizie e mostruosità di ogni genere: essi infatti, avendo preso coscienza del fatto che il mercato immobiliare nei “luoghi caratterizzati dalla storia e dalla bellezza” risulti molto più proficuo che nelle aree “moderne” prive di senso urbano, prive di luoghi per la socializzazione e caratterizzate da porcherie edilizie uniformi e spersonalizzanti che loro stessi hanno prodotto, hanno diretto altrove i propri interessi.

Se lo Stato si rendesse conto di questa mia riflessione – che vado dicendo da anni – ci sarebbe tanto di quel lavoro da rimettere in piedi il Paese senza dover continuare a dipendere da nessuno …

Basterebbe parafrasare le sagge parole del grande capo indiano, Toro Seduto: «Quando avranno inquinato l’ultimo fiume, abbattuto l’ultimo albero, preso l’ultimo bisonte, pescato l’ultimo pesce, solo allora si accorgeranno di non poter mangiare il denaro accumulato nelle loro banche», per capire che ci stiamo autodistruggendo, incuranti di ciò che accadrà alle generazioni future, mentre il nostro comportamento dovrebbe, sempre, far tesoro delle sagge parole di un altro grande saggio d’America, Capo Seattle, il quale, nel 1852 da davanti al Governo degli USA disse: «Noi non abbiamo ereditato il mondo dai nostri padri, ma lo abbiamo avuto in prestito dai nostri figli e a loro dobbiamo restituirlo migliore di come lo abbiamo trovato».


[1] https://www.beniculturali.it/comunicato/creative-living-lab-al-via-la-terza-edizione

[2] https://www.canalearte.tv/news/al-via-i-17-progetti-vincitori-del-premio-creative-living-lab-ii-edizione/

3 pensieri su “Rigenerazione Urbana e sperpero di denaro pubblico – Riflessioni sul Bando “CREATIVE LIVING LAB – III Edizione”

  1. Per le ragioni espresse nelle considerazioni rese dal Prof. Mazzola, condivido il tutto integralmente, e commento in merito alle realtà derivanti e devianti dall’utilizzo delle risorse messe a disposizione dallo Stato per pseudo avviare processi indiscriminati e distorti di “rigenerazione urbana”. Mentre si dovrebbero incentivare innanzitutto processi di rigenerazione umana, in termine di formazione a partire dalle scuole dell’obbligo, tutto ciò per meglio controllare dalla base ossia da parte dei cittadini operazioni che tendono ad obiettivi fuorvianti di sviluppo delle comunità, in termini di qualità degli alloggi da destinare alla residenzialità. La qualità degli alloggi potrà avvenire mediante il recupero del vasto patrimonio edilizio storico aggregato e delle periferie, per essere restituito alle funzioni proprie dei cittadini, nei termini indiscutibili del bello, decoroso, armonioso e in sicurezza. Un assetto in termini di rapporto costruito spazi liberi e servizi per le relazioni umane (piazze, parchi, verde attrezzato, giardini tematici ecc) dovrà essere sempre garantito. L’architettura dovrà riappropriarsi della sua funzione sociale a prescindere e nonostante le tendenze della modernità e post-modernità, e dovrà tenere in conto la relazione fra la storia, la natura e l’umanità in un rapporto dialettico per cercare di centrare ed inquadrare giustamente le prossime sfide culturali, progettuali e ambientali evitando di ricorrere a forme decontestualizzate, estetizzante e molto spesso indecorose.

  2. La globalizzazione, la velocità con cui si tramettono le notizie, la facilità con cui si immagazzinano le masse di immagini, hanno forzato il lento sviluppo che richiedono l’estetica e il gusto per produrre opere originali e aderenti alle necessità umane e civili. L’uomo non ha più il tempo di elaborare e sviluppare il proprio pensiero.

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