Sulla mania demolitoria della “Rigenerazione Urbana”

Il caso della Casa-Torre di via Biassa a La Spezia
La Casa-Torre di via Biassa

Nell’aprile del 2019 avevo raccolto l’appello di alcuni amici i quali, da La Spezia, chiedevano aiuto per fermare uno sciagurato intervento di abbattimento della Casa-Torre di via Biassa[1].

Pochi mesi dopo, grazie alla “rivolta di popolo” accompagnata da articoli di giornale e petizione “anti-scempio”, sembrava che quella battaglia fosse stata vinta: il 4 dicembre 2019 infatti, il MIBACT decretava: “l’immobile è dichiarato di interesse particolarmente importante ai sensi del Codice dei Beni Culturali”[2].

Purtroppo però, lo scorso 14 dicembre 2020, è arrivata la notizia che, contro ogni logica, se non quella del dio denaro, il Comune ha rilasciato il parere favorevole all’abbattimento e ricostruzione della Casa-Torre[3] … una delle ultime testimonianze dell’architettura medievale della splendida città ligure.

La Soprintendenza, infatti, andando contro quello che dovrebbe essere il suo ruolo di TUTELA DEL PATRIMONIO, ed andando perfino contro il parere emesso solo un anno prima – atto a “non alterare le bucature della facciata“ – ha preferito dare il suo consenso a patto che venisse rispettata una nuova, pilatesca, richiesta per una “una nuova distribuzione ambientale interna, modifiche prospettiche e una traslazione verso il basso di alcune bucature sulla facciata”.

Eppure, come ricorda Del Soldato nel suo articolo, il PUC (Piano Urbanistico Comunale) classifica il complesso edilizio di cui fa parte la Casa-Torre come “A3 – Edifici di valore storico e documentario che mantengono i caratteri originari e quelli che hanno subito trasformazioni non rilevanti, Del Soldato rammenta altresì che, in quest’ottica, nel vincolo rientrano anche gli “interventi di risanamento conservativo e ristrutturazione, senza modifiche ai prospetti sugli edifici di valore monumentale, storico-architettonico, ovvero quelli per la categoria di edifici che include la Casa-Torre … Come è dunque possibile che tutto ciò sia stato ignorato?

Progetto di Sostituzione Edilizia Ex L.R. 49/09 – TAV 6: Prospetti e Sezioni, Raffronto -In rosso le linee di progetto, in giallo/arancio le linee originarie (immagine inviatami dalla restauratrice spezzina Maria Grazia Datteri a nome della Sede locale di Italia Nostra)

Come si può vedere nella tavola di raffronto, tra i prospetti e le sezioni originari e di progetto, l’integrità del manufatto risulta totalmente stravolta. Ciò che si avrà sarà un edificio rispettoso della sola impronta a terra – solo perché sarebbe stato impossibile modificarla – e della sagoma volumetrica. Nessuna delle bucature ha più nulla a che fare con quelle storiche, il paramento murario originario verrà stravolto, sicché il mantenimento feticista di qualche dettaglio della muratura originaria non avrà alcun senso, se non quello necrofilo!

Eppure, con la normativa attuale, gli investitori potrebbero trarre maggior beneficio da un restauro del fabbricato, piuttosto che dalla sua demolizione e ricostruzione. Infatti, grazie al Bonus Facciate essi potrebbero beneficiare di un recupero immediato del 90% della spesa, mentre con il Sisma-Bonus addirittura del 110%!

Ma la verità è che il mondo dell’edilizia non ha per nulla a cuore il carattere e la storia delle nostre città e in molti casi gli imprenditori, presi dalla foga di realizzare qualcosa che gli appare redditizia non si rendono conto delle opportunità come quella appena menzionata …

Ricordo molto bene quella che fu la mia discussione con il costruttore che intendeva demolire Palazzo Tresca a Barletta, ricordo soprattutto il suo stupore nel venire a conoscenza dei vantaggi economici offerti da una serie di normative e strumenti – quasi sconosciute ai più – a chi intraprenda un percorso di restauro di un immobile vincolato[4] … norme e strumenti cui oggi si affiancano le misure appena menzionate, che includono anche gli immobili non vincolati posti in Zone A e B di PRG.

Per capire il perché di tanto accanimento contro il nostro patrimonio occorrerebbe riflettere sul fatto che l’abominio realizzato nelle periferie, e il conseguente disinteresse del mercato immobiliare verso i “nuovi quartieri”, ha spinto i palazzinari di tutta Italia a pretendere di modificare le leggi di tutela dei centri storici e a manipolare a proprio vantaggio lo slogan della “rigenerazione urbana” facendo sì che, anche in luoghi ritenuti tabù, essi possano allungare i propri tentacoli con la scusa di fantomatiche “rigenerazioni”, certi del successo immobiliare dell’operazione … in diverse Regioni italiane, prima tra tutte il Lazio, è stata denunciata la sfacciataggine con la quale la Legge per la Rigenerazione Urbana sia stata redatta in spregio del patrimonio storico!

La conferma della presa di coscienza del fatto che il linguaggio anonimo dei quartieri nuovi non riscuota il favore dei compratori – a differenza dei contesti caratterizzati da preesistenze storiche e dal paesaggio – risulta evidente nelle strategie di marketing atte a pubblicizzare le vendite: prima ancora di vendere gli interni, vengono vendute le “visuali” godibili da quegli interni … ovviamente guardandosi bene dal mostrare la vista in direzione opposta!

Cosa accadrebbe al mercato se, andando di questo passo, i centri storici finissero per diventare simili alle periferie?

Prima che risulti esser tardi occorrerebbe riflettere, per analogia, sulla saggia osservazione del famoso capo tribù dei Hunkpapa Sioux, Toro Seduto:

«Quando avranno inquinato l’ultimo fiume, abbattuto l’ultimo albero, preso l’ultimo bisonte, pescato l’ultimo pesce, solo allora si accorgeranno di non poter mangiare il denaro accumulato nelle loro banche».

Per comprendere meglio il valore della Casa-Torre di via Biassa invito tutti a leggere il testo pubblicato sul sito “archeominosapiens.it” da Marco Del Soldato[5], un ottimo saggio che ricostruisce la storia dell’edificio e del suo contesto, oltre che ripercorrere il tragico precipitare degli eventi che oggi mi ha portato ad accogliere questo disperato appello della cittadinanza per salvare l’edificio.


[1] http://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2019/04/26/appello-per-salvare-la-casa-torre-di-via-biassa-alla-spezia/

[2] Vincoli Architettonici, Archeologici e Paesaggistici (liguriavincoli.it)

[3] http://www.cittadellaspezia.com/La-Spezia/Attualita/Ok-alla-demolizione-della-casa-torre-di-via-Biassa-325758.aspx

[4] http://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2017/09/14/palazzo-tresca-la-svolta-possibile-gli-interessi-della-collettivita-e-quello-privato-non-sono-inconciliabili-anzi/

[5] https://www.archeominosapiens.it/medioevo-spezia-casa-torre-biassa/

3 pensieri su “Sulla mania demolitoria della “Rigenerazione Urbana”

  1. Fatica improba e lotta sfiancante di anni contro questa platea di deficienti che segano il ramo su cui sono (siamo, tutti purtroppo) seduti. Capisco anche la misconoscenza delle norme aggiornate, perché in realtà in queste scellerate operazioni conta solo la messa in circolo di una quantità di capitali che la banca spinge affinché siano nella quantità maggiore possibile e non quella solamente, socialmente, necessaria. Spinte e controspinte, ma la dialettica è troppo sbilanciata a favore del più forte, che nelle fattispecie è anche il più stupido (o furbacchione).

  2. verissimo Maurizio,
    appena avrò tempo per farlo racconterò in un articolo l’esperienza che sto vivendo in prima persona riguardo alla recente, ignobile, trasformazione dell’edilizia in finanza con il Bonus Facciate e l’Ecobonus

  3. Sarà molto istruttivo per tutti.
    Un grazie anticipato e ricordo per chi non lo rammentasse che per gli istituti di credito i capitali di prestito sono conteggiati come “attivi” nei loro bilanci.
    Le spinte senza regole esercitate in questi decenni dalle banche sull’economia, sono la causa originaria degli innumerevoli disastri materializzatisi nelle città e nel territorio italiani, che è cosa ben diversa dal supporto del credito alle attività produttive : si chiama speculazione finanziaria pervasiva il cui esito è sempre esiziale per il vivere civile.

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