Non solo Tor di Valle … riflessioni sul sistema tentacolare dell’edilizia italiana

Manifesto del film – mai come oggi attuale – “Le Mani sulla Città” di Francesco Rosi

All’epoca in cui veniva abbattuto il Villino Naselli in via Ticino a Roma, il Direttore della Soprintendenza Speciale Archeologica Belle Arti Paesaggio di Roma, Francesco Prosperetti, nel rifiutarsi di rimettere in discussione la pratica, ebbe a dire: «questione di gusto»; a lui fece eco la Direttrice Generale della Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane del MiBACT, Federica Galloni: “io sono favorevole al moderno[1]

Eppure, documenti alla mano, avevamo in tutti i modi provato a scongiurare quello scempio[2], cercando di far comprendere al Prosperetti e alla Galloni che ci fosse più di un motivo, storico e normativo, per dimostrare che quella follia non potesse compiersi, tuttavia il “gusto” – ergo l’ideologia – ebbe il sopravvento sul rispetto delle regole.

Oggi, alla luce di quello che sta venendo fuori da Tor di Valle, viene da chiedersi se fu davvero una questione di “gusto” e/o di “ideologia” o se, anche in quel caso, vi furono pressioni esterne …

Purtroppo però, nella bolgia mediatica di questi giorni – quasi esclusivamente incentrata sulla richiesta della testa della Raggi – per ovvie ragioni politiche, nessuno sembra volersi fare delle domande sulle infinite responsabilità della Regione (che a differenza della giunta Raggi annovera diversi indagati e l’arresto dell’ex assessore Civita del PD), né dei Ministri (Lotti, Calenda, Delrio, Franceschini e Madia) del precedente governo che, insieme ai dirigenti del CONI, hanno fatto pressioni ed elargito finanziamenti “alla velocità della luce”, affinché lo Stadio a Tor di Valle venisse realizzato.

Accogliamo quindi con grande piacere l’indagine a carico di Malagò, però attendiamo con ansia di vedere se diverrà oggetto di indagini anche Luca Lotti, braccio destro di Matteo Renzi che, come ricorda “Il Fatto Quotidiano[3]”: «risultò determinante nell’esito positivo della conferenza dei servizi quando nel novembre successivo arrivarono dal Governo rassicurazioni sul finanziamento pubblico per il Ponte di Traiano. “Parnasi – si legge nell’informativa – riferisce a Mauro Baldissoni (dg dell’As Roma, nda) che sta per incontrare Giovanni Malagò, affinché questi gli faccia conoscere tale Luca, che dal contesto della conversazione potrebbe identificarsi nel ministro dello sport Luca Lotti. Parnasi ribadisce che prima di Baldissoni, anche Malagò si era reso disponibile a metterlo in relazione con ‘Luca’».

Sarebbe anche il caso di capire se gli ex ministri – quelli che in piena spending review di un Paese in ginocchio, trovarono in poche ore un finanziamento di 100 milioni per il Ponte[4] della discordia, necessario a sbloccare la situazione di Tor di Valle – che nelle ultime ore si sono spinti ad accusare la Sindaca di Roma (non inquisita), piuttosto che pensare ai loro compagni di partito agli arresti e/o indagati per la vicenda dello stadio[5], ci facciano sapere in base a quali logiche e sulla base di quali certezze di legittimità – del progetto e dell’iter approvativo dello stadio – pensarono di poter elargire quella somma.

Tuttavia, di tutte le ignobili vicende legate allo Stadio ce n’è una che, da molto tempo, urla vendetta, ed è quella della inspiegabile (almeno fino a qualche giorno fa) rimozione dall’incarico della Soprintendente Margherita Eichberg, rea di aver fatto il proprio dovere, istituendo il vincolo monumentale sull’Ippodromo di Tor di Valle[6].

L’ex ministro Franceschini dovrebbe illuminarci su questa vicenda, che personalmente ritengo emblematica dell’arroganza dei poteri forti.

Per rinfrescare la memoria circa quello che si è letto in questi ultimi giorni, “Il Fatto Quotidiano[7]” ci ha raccontato che: «Per “agganciare” Prosperetti, Parnasi si rivolge all’avvocato Claudio Santini – finito agli arresti domiciliari per aver incassato dal costruttore la somma di 53.440 euro – ex capo di gabinetto al Mibact durante il sottosegretariato del forzista Francesco Giro (fino al 2011). Santini lavora di concerto con uno dei dirigenti di Eurnova, Luca Caporilli, e con l’architetto Paolo Desideri (non risulta indagato), socio e procuratore della ABDR Architetti Associati. Proprio la ABDR è lo studio per il quale lavora Beatrice Morani, alias Beatrice Prosperetti, figlia del soprintendente (sul sito viene presentata col cognome della madre)».

Mentre Forzaroma.info del 14 giugno u.s.[8] ha riportato un breve estratto del dialogo tra l’ex assessore regionale Civita e Parnasi, contenuto nelle intercettazioni citate nel provvedimento del Tribunale di Roma: «Io ti voglio chiedere una cortesia per mio figlio? Tu me l’avevi detto no – avrebbe detto l’ex assessore – Allora ovviamente per ragioni di opportunità nulla che riguarda le tue società. Ovviamente. Però tu mi avevi detto con qualcuno? Lui è laureato in Economia. Se ti mando il curriculum?». La conversazione con l’imprenditore è intercettata dagli inquirenti in un bar della Capitale. «No, non mandarmi il curriculum mandami la mail, il numero e la mail» gli avrebbe risposto Parnasi. «Anche la cosa più umile? All’inizio? Più è umile all’inizio e meglio è» avrebbe risposto Civita. «Non ti preoccupare. Ci penso io», lo avrebbe rassicurato Parnasi».

Daniele Autieri invece, su “La Repubblica” del 13 giugno[9] u.s. scriveva: «Dal grattacielo Bnl sulla stazione Tiburtina al quartiere Eurotower dell’Eur, dal palazzo che sarebbe dovuto diventare la nuova sede dell’Atac alle proprietà di terreni e concessioni in giro per Roma, la lista dei business di Luca Parnasi, arrestato nell’ambito di un’inchiesta della procura di Roma che ruota intorno al progetto del nuovo stadio della Roma, va ben oltre l’impianto, divenuto – dopo la crisi finanziaria che ha messo in ginocchio le aziende del gruppo – l’ultima spiaggia in mano al rampollo, erede di una delle più note e potenti famiglie di costruttori romani».

In un mondo ideale, questo squallido intreccio tra palazzinari, archistars, soprintendenti e politici suggerirebbe di riprendere in mano tutte le realizzazioni degli ultimi decenni (incluso il modo in cui siano stati fatti il nuovo PRG, il Piano Casa e la nuova Legge Regionale sulla Rigenerazione Urbana), ma anche tutto il “piano di svendita del patrimonio immobiliare pubblico”, sì da comprendere quanto marciume si nasconda dietro il nuovo “sacco di Roma” … e invece tutto viene svilito da una perenne campagna elettorale, dove si preferisce attaccare i “nemici politici”, piuttosto che smascherare i burattinai e smantellare il sistema.

In un mondo giusto inoltre, davanti a questo schifo generalizzato, la normativa sugli appalti, l’esistenza delle “ditte di fiducia” e l’affidamento degli incarichi ai “grandi studi” professionali verrebbero totalmente rivisti, dando spazio alle piccole e medie imprese “figlie di nessuno” e troppo spesso ridotte sul lastrico dalle “grandi aziende” grazie al sistema dei subappalti.

A tal proposito sarebbe il caso che la Pubblica Amministrazione, piuttosto che appaltare a terzi, entrasse (o meglio rientrasse) in gioco, divenendo soggetto attivo nel processo edilizio, come avveniva all’epoca della giunta Nathan, di Montemartini e di Orano[10], sì da fare da calmiere ad un sistema marcio e, come prevede il Codice di Procedura Civile, dare “l’esempio del buon padre di famiglia[11]”.

Infine, piuttosto che affidare gli incarichi ai cosiddetti “grandi studi”, spesso diretti da professionisti non in grado di tenere in mano una matita e che sfruttano i sempre disponibili giovani laureati, sarebbe ora di rivolgersi a tutti professionisti “figli di nessuno” che risultano costantemente tagliati fuori dalla competizione in nome di presunte norme “a garanzia della buona riuscita dell’opera” che, nella realtà, mirano solo a rendere tutti schiavi della burocrazia in modo da favorire “i soliti noti“, indipendentemente dai ripetuti fallimenti estetici, economici e qualitativi!

[1] http://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2017/11/18/cio-che-non-fecero-ne-barbari-ne-barberini-lo-faranno-prosperetti-galloni-e-franceschini/#_ftn8

[2] http://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2017/10/16/suggerimenti-preziosi-per-lannullamento-del-titolo-autorizzativo-di-via-ticino/

http://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2017/10/13/novita-sul-progetto-di-via-ticino-3-a-firma-del-presidente-dellordine-degli-architetti-di-roma/

http://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2017/12/31/urbanistica-romana-e-sciacallaggio-politico-ora-basta/

http://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2017/10/21/dopo-via-ticino-incontri-ravvicinati-di-terzo-tipo-col-ministero-dei-beni-culturali/

[3] https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/06/15/stadio-roma-indagato-giovanni-malago-il-coni-da-lok-ai-parcheggi-poi-parnasi-offre-lavoro-al-compagno-della-figlia/4428579/

[4] https://roma.zon.it/stadio-della-roma-ponte/

[5] https://www.democratica.com/focus/intervista-calenda-roma-virginia-raggi/

[6] https://www.pagineromaniste.com/lintervista-margherita-eichberg-vincolo-tor-valle-gia-messo-dal-comune/

[7] https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/06/14/stadio-roma-indagato-il-soprintendente-prosperetti-tolse-il-vincolo-sulle-tribune/4427567/

[8] http://www.forzaroma.info/rassegna-stampa/il-messaggero/il-dem-civita-e-il-lavoro-chiesto-per-il-figlio-e-laureato-ma-va-bene-un-ruolo-umile/

[9] http://roma.repubblica.it/cronaca/2018/06/13/news/parnasi_il_costruttore_figlio_d_arte_e_quell_azzardo_sullo_stadio_della_roma-198884366/?ref=nrct-2

[10] http://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2018/03/31/il-lavoro-nobilita-luomo-e-puo-anche-risolvere-i-conti-pubblici-una-lezione-dal-passato/

[11] Infatti, nel capitolo – Obbligazioni del Mandatario, art. 1710 (Diligenza del mandatario) si legge: «Il mandatario è tenuto a eseguire il mandato (2030, 2392, 2407, 2608) con la diligenza del buon padre di famiglia» (1176 – diligenza nell’adempimento).

4 pensieri su “Non solo Tor di Valle … riflessioni sul sistema tentacolare dell’edilizia italiana

  1. Ottimo !
    Sono con te ( …con voi…) !
    Finalmente ho capito il nesso tra il soprintendente e Desideri.
    Saluto

  2. È dai tempi della rivolta dei bottegai che fecero fallire la riforma Sullo, che va avanti ‘sta storia !
    Una condanna da Cassazione.

  3. Hai ragione su tutto, è un sistema da ridisegnare dalle fondamenta, intanto però per non perdersi nell’oceano di cose marce e da ripensare, prendendo spunto dal tuo articolo, fisso due primi concetti che dovranno far parte di una buona riforma (purga) del settore:
    – Abolizione del subappalto,
    -Concorsi di progettazione aperti a tutti i laureati.
    Un caro saluto, Luigi Arch. Fressoia, pg

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