Lo scorso anno, su segnalazione di un estimatore dei miei scritti contro la crescente bruttezza dell’architettura ecclesiastica – specie italiana – sono venuto a conoscenza della straordinaria realizzazione di una chiesa ortodossa nei dintorni di Mosca, la Chiesa della Protezione della Madre di Dio a Yasenevo[1].
Effettivamente, nell’ultimo decennio mi è spesso capitato di scrivere – su riviste di settore e nella rete – sulla triste realtà delle chiese cattoliche contemporanee … e sottolineo “cattoliche”, perché mi è anche capitato di scrivere di chiese meravigliose come quelle che ho potuto documentare in Armenia e Nagorno-Karabakh[2], la cui Chiesa, dall’epoca di Tiridate III ad oggi, non ha mai sentito alcuna esigenza di “modernizzare” la sua millenaria tradizione architettonica, artistica e liturgica – antecedente quella della chiesa romana – né per questo si è verificato alcun allontanamento dei fedeli dalla chiesa che, semmai, risultano molto più attaccati alla propria religione e ai propri edifici ecclesiastici che non noi italiani!
Ma questa idea di continuità nella tradizione, non si limita al caso armeno citato, né a quello della chiesa moscovita di cui andrò a parlare, ma riguarda anche il mondo islamico, dove negli ultimi anni sono state realizzate mirabili moschee che sembrano esser lì da sempre.
È il caso delle splendide moschee costruite da Abdel-Wahed El-Wakil.
Anche in questo caso, infatti, non v’è stata alcuna diminuzione di interesse da parte dei fedeli verso le proprie funzioni religiose, semmai c’è stato un incremento …
Viene quindi da chiedersi: è davvero necessario mostrarsi “moderni” usando il canale dell’architettura, dell’arte e della liturgia per attrarre i fedeli?
Personalmente rifuggo da quelle chiese/hangar post conciliari, e rifuggo ancor di più da quelle messe pop durante le quali boy scout e suore massacrano i fedeli con le loro abominevoli canzoncine e strimpellate di chitarra! … e posso certificare di non essere il solo a pensarla così! Infatti, in occasione degli anni di catechismo dei miei tre figli, ho ascoltato gli onesti commenti della stragrande maggioranza dei bambini e genitori, i quali non vedevano l’ora di fare la Prima Comunione per poter non essere mai più costretti a quella tortura!
Chi ha fatto queste scelte scellerate all’interno della Chiesa Cattolica dovrebbe decidersi a comprendere la necessità di tornare all’idea del bene e bello condiviso, sì da tornare a realizzare chiese ed opere d’arte atte a sviluppare il senso di appartenenza dei propri fedeli, piuttosto che perseverare nella produzione di mostruosità che tendono ad allontanarli!
A costoro vorrei chiedere: Siete sicuri che i fedeli amino le scatole in cemento brutalista? Siete proprio sicuri che essi non provino disgusto davanti alle “opere d’arte” contemporanea che usate per gli arredi? Che dire dell’ilarità che suscitano quelle tristi icone russe e bizantine – del tutto fuori luogo[3] – che qualche prete, probabilmente disperato dall’abominio della propria parrocchia modernista, installa sull’altare nel vano tentativo di introdurre un minimo di bellezza nel non-luogo in cui deve esercitare? Siete proprio sicuri che quelle canzoncine e balletti imposti ai fedeli in luogo delle normali preghiere, trovino il loro consenso? Perché vi vergognate della vostra tradizione, fino a rinnegarla?
Se vi viene difficile ascoltare il popolo dei fedeli … il che è un paradosso, leggete questo breve racconto relativo alla costruzione della nuova chiesa ortodossa dedicata alla Protezione della Madre di Dio, presso Mosca.
Questo racconto risulta ancora più significativo se ricordiamo come la Russia sia quel Paese che per decenni ha vietato la religione e che, all’indomani del crollo del comunismo, ha avviato un imponente processo di rinnovamento e sviluppo che, in nome della “modernizzazione” e della globalizzazione, ha portato all’obbrobrioso ampliamento del Teatro Mariinski di San Pietroburgo (Diamond & Schmitt Architects), all’idea idiota di realizzare “la torre più alta d’Europa” la Rossiya Tower (Foster & Partners) e molto altro.
Quello stesso rinnovamento ha portato al risveglio della fede repressa per anni, sicché sono andate sorgendo nuove chiese e cattedrali … nuove, appunto, ma non per questo disegnate per gli alieni! Chi ha promosso, progettato e costruito le nuove chiese infatti, non è minimamente stato sfiorato dall’idea di costruire contenitori informi, spacciandoli per luoghi di culto. Chi ha promosso e realizzato opere d’arte per quei luoghi, non ha fatto opere astratte, ma si è rigorosamente attenuto alla tradizione!
Veniamo dunque al caso della Chiesa della Protezione della Madre di Dio realizzata a Yasenevo presso Mosca, consacrata dal Patriarca Kirill il 27 dicembre 2015 e definita da Andrew Gould, nell’articolo citato in apertura, “Un Miracolo di Arte Liturgica”!
Non si tratta solo di celebrare la bellezza di questo nuovo Tempio di fede, ma di celebrare il fenomeno di massa che lo ha consentito.
La costruzione, avvenuta in soli 7 anni, è infatti il risultato dell’opera straordinaria di centinaia di volontari, molti dei quali senza alcuna esperienza nel campo delle costruzioni e dell’arte i quali, dietro la guida di alcuni “mastri”, ma soprattutto grazie alla forza del desiderio di veder realizzato questo sogno, si sono alternati a lavorare gratuitamente nelle giornate libere delle loro professioni.
Come dice Gould nel suo articolo: “Il cantiere è parso come una liturgia – i lavoratori, compiendo quest’opera, potevano sentire il loro ruolo sacerdotale: Tutti i partecipanti al progetto hanno riconosciuto in miracolo che stava avvenendo … è come se Dio avesse ordinato che questo progetto dovesse essere diverso da qualsiasi altro, che questa chiesa, costruita solo con l’amore, avrebbe superato tutte le altre.”
Gould ricorda come nel 2001 il Monastero di Optina avesse avviato un semplice progetto per la costruzione di una chiesa di rappresentanza a Mosca, tuttavia quel programma, per svariate ragioni, era andato via via ingrandendosi.
L’incarico per la costruzione venne affidato all’Archimandrita Melchisidek (Artyukhin) e ci sono voluti ben sette anni per poter acquisire la terra e le necessarie autorizzazioni governative per poter procedere all’edificazione.
Per la realizzazione venne scelto l’attuale sito collinare – il più alto nei dintorni di Mosca – presso Yasenevo, nella lontana periferia posta a sud-ovest della città. Questa collocazione ha suggerito che la chiesa potesse intitolarsi alla “Protezione della Madre di Dio”: la chiesa infatti, affacciandosi su tutta la capitale, rappresenterebbe la protezione della Santa Vergine su Mosca!
Questa idea di vigilare sulla città e proteggerla ha fatto sì che la chiesa venisse anche interpretata come un memoriale di guerra, commemorando anche la protezione militare di Mosca e della Russia. Per questa ragione venne deciso di inanellare simbolicamente la fondazione con grandi croci di pietra, poste a memoria delle numerose battaglie che nel corso della storia hanno minacciato e conservato la città. Questa scelta simbolica ha commosso le forze armate Russe, tanto che molti soldati hanno offerto il loro contributo alla causa della costruzione.
Un ulteriore fuori programma sorse nel momento in cui l’Archimandrita Melchisidek, visitando il sito in costruzione, notò la somiglianza tra gli archi della cripta e quelli della Grotta della Natività a Betlemme. Nacque così l’idea di ricreare quel Santo Sito al di sotto della chiesa in costruzione … Ma anche questo programma crebbe ulteriormente: in linea con la tradizione del Monastero della Nuova Gerusalemme costruito fuori Mosca nel XVII secolo, si decise di realizzare nella cripta di una serie di repliche dei maggiori luoghi di pellegrinaggio della Terra Santa, portando così questa nuova chiesa a divenire essa stessa una meta di pellegrinaggio.
Alla faccia dei miopi fondamentalisti del “falso storico”, Gould afferma che “queste repliche sono notevoli opere di scultura che replicano persino le crepe e le schegge delle lastre di pietra originali.”
Se la cripta colpisce il visitatore, esso rimane davvero impressionato dall’incredibile progetto decorativo dell’interno della chiesa superiore. L’intero programma trae ispirazione diretta dalla decorazione delle cattedrali normanne siciliane del XII secolo – ritenuto dai promotori di quest’opera “senza dubbio lo stile più sontuoso e raffinato mai emerso nel mondo sotto l’influenza dall’arte bizantina.”
La totalità delle superfici interne della chiesa presenta un’iconografia a mosaico di tessere di vetro scintillante e oro, che fa della chiesa la quinta al mondo per dimensioni delle superfici mosaicate. Nel rispetto del programma decorativo normanno siciliano, la porzione inferiore delle pareti è rivestita in marmo, mentre il pavimento è rifinito con degli splendidi “Cosmateschi” realizzati con marmi policromi interlacciati.
L’illuminazione artificiale è garantita da un impressionante e splendido lampadario di ottone, oltre che da una vera e propria costellazione di scintillanti candelabri. L’iconostasi in marmo sostiene delle vere e proprie icone-gioiello che sembrano Romaniche. Come dice ancora un “estasiato” Gould, “è la visione di uno splendore medievale mai visto in precedenza in Russia e solo raramente nel resto del mondo!”
Per meglio comprendere quanto distante sia la posizione ideologica della nostra Chiesa e dei nostri benpensanti, rispetto a quella degli artefici di questa chiesa, non v’è nulla di meglio che tradurre l’emozionante descrizione dell’edificio fatta da Gould:
“Il vero miracolo della chiesa non è nella sua ricchezza, ma nella sua povertà. Sorprendentemente questa chiesa, costruita in soli sette anni, non ha beneficiato di grandi donatori. Non c’è stato un grande oligarca o una ricca istituzione a pagare il conto. Piuttosto, il denaro è venuto in piccole donazioni da persone ordinarie e da pie organizzazioni – 800.000 donatori in totale.”
“Allo stesso modo, il sorprendente lavoro musivo non è stato opera di professionisti, bensì di studenti e dilettanti, tutti i volontari. Certamente c’è stato un iconografo professionista, assunto per disegnare il grande Pantocrator, ma al di là di ciò, il lavoro è stato progettato da studenti d’arte molto capaci.”
“Questi novelli artisti, non potendosi permettere l’acquisto dall’Italia delle tessere necessarie per le vaste aree dorate, hanno richiesto la donazione di gioielli d’oro da tutta la Russia ed hanno sviluppato una propria tecnica consistente nel depositare e fissare l’oro su frammenti di piastrelle in ceramica. Il laboratorio di mosaico è stato gestito da una “maestra” in pensione, la quale ha insegnato la sua arte a chiunque si presentasse in cantiere. Il giorno della mia visita, mi ha presentato alla sua squadra del giorno: un parrucchiere, uno studente di economia, un architetto, tutti lì riuniti, nella propria giornata libera, per dedicarsi a quest’opera come dei veri e propri mastri mosaicisti. In totale hanno lavorato circa 225 “mosaicisti volontari”, alcuni dei quali giunti lì senza alcuna conoscenza della materia, ma spinti dal semplice sogno della vita di realizzare un’icona, volontari che hanno finito per creare opere di incredibile bellezza!”
“La mia guida, Elena, ha spiegato che quasi tutto è stato costruito in questo modo – le sistemazioni a verde esterne, le opere in marmo, le inaspettate e affascinanti decorazioni che possono vedersi praticamente ovunque.”
Se la Chiesa Ortodossa del XXI secolo è in grado di produrre questi miracoli … si accettano miracoli per quella Cattolica!
[1] Andrew Gould, “A Miracle of Liturgical Art: The Church of the Protection of the Mother of God at Yasenevo”, Orthodox Arts Journal http://www.orthodoxartsjournal.org/a-miracle-of-liturgical-art-the-church-of-the-protection-of-the-mother-of-god-at-yasenevo/ [2] https://www.ilcovile.it/scritti/COVILE_778_Mazzola.pdf
[3] Cfr. Dalmazio Frau, Crociata Contro l’Arte. Idrovolante Edizioni, Roma 2017
Da agnostico il quale ha sempre creduto che le chiese debbano servire alla preghiera e non alle “assemblee” rallegrate da chitarre e battimani, ho visto con piacere le foto presentate, non senza un sentimento quasi di invidia per quesi Paesi la cui Chiesa (l’Ortodossa) non s’è mantenuta libera da pruriti di adesione alle mode del momento.
Nel mio piccolo ho spesso affrontato il tema, cercando conciliare la mia visione dell’architettura con quello spirito di sacralità che reputo debba improntare, oggi come non mai, l’edificio di culto (ad esempio nel progetto di concorso per la chiesa del quartiere Gallaratese a Milano (1989), ovviamente non classificato.
La chiesetta di cui allego lo schizzo e due recenti prove di rendering è del 1994. Non è certo un miracolo, ma oso affermare che, se fosse stata realizzata, forse non avrebbe nociuto molto al panorama locale, certo non quanto altre opere che ho avuto modo di vedere lì e altrove..
Un saluto
caro Claudio,
purtroppo i tuoi schizzi in allegato non ci sono, probabilmente il sistema non consente di allegare immagini ai commenti, mi spiace
Li invio per email
Come avrà capito, nel mio commento c’era un “non” di troppo. Me ne scuso
Che bello!… E che sana invidia per quanto sono riusciti a fare i fratelli ortodossi!… grazie, Ettore, per questa cosa che ci hai fatto vedere.
Grazie Pier Luigi,
in un mondo totalmente accecato dall’informazione distorta (in tutti i campi) è bene che certe cose si facciano conoscere!