Stadio Tor di Valle … “Andare avanti solo se sarà tutto in ordine!” Si, ma chi lo verifica?

Rendering dello Stadio a Tor di Valle

Lo scorso 1° luglio, su L’Espresso, G. Turano ha pubblicato un articolo bomba dal titolo “Avvoltoi sullo stadio[1], nell’articolo vengono enucleate tutte le figure che volteggiano come avvoltoi sull’area di Tor di Valle e che, come la giriamo e la voltiamo, portano univocamente al mondo delle banche ed in particolare alla Unicredit.

Turano, nell’articolo, ironizza paragonando la vicenda di Tor di Valle allo spaghetti-westernUn genio, due compari, un pollo”, cercando di dare un nome ai 4 (o più) personaggi ed ipotizzando che il “pollo”, alla fine, risulti essere proprio il Parnasi, originariamente credutosi il “genio”.

A mio avviso il pollo potrebbe essere anche Pallotta, o meglio la AS Roma Calcio che, volendo realizzare il “suo” stadio, è finita prigioniera della rete che l’ha intrappolata su Tor di Valle … Impossibile infatti non ricordare come, a seguito della proposta di quattro aree alternative a Tor di Valle, scaturita dalla Conferenza Stampa tenuta presso la sede romana di Italia Nostra il 20 febbraio 2017[2], dalla AS Roma Calcio venne un secco rifiuto perché, come Bush amava dire riguardo al discutibile “stile di vita americano”, Pallotta & Parnasi ritenevano l’area di Tor di Valle “non negoziabile”.

Appare come una miserrima consolazione poter rinfacciare al presidente Pallotta che avrebbe fatto bene ad ascoltare “sti fessi” che, a titolo del tutto gratuito e semplicemente per amore di e della Roma, si erano prestati a ricercare delle aree alternative su cui realizzare l’impianto sportivo, senza infrangere alcuna norma, né PRG, nonché senza dover essere costretti a realizzare le necessarie infrastrutture per rendere, in tutta sicurezza e agilità, lo stadio fruibile!

Da quanto si apprende leggendo il racconto di Turano, viene da pensare che Pallotta, col senno di poi, abbia riflettuto su quanto dicevamo, se è vero che

«Pallotta ritiene, non a torto, che Parnasi gli sia stato imposto da Unicredit e, in particolare, dall’allora AD Paolo Fiorentino e dall’avvocato della banca Roberto Cappelli, presidente della squadra nel 2011 con un ruolo fondamentale nel passaggio del club dalla famiglia Sensi ai capitali a stelle e strisce della Neep. Pallotta ha dovuto accettare i diktat della banca. Unicredit si trovava nella posizione unica di essere il principale creditore della holding Parsitalia di Parnasi, del gruppo Papalia-Sais ex proprietario di Tor di Valle e della Roma stessa, sia in versione Sensi sia in versione Usa».

Dal testo si evince anche come, attraverso lo stesso sistema e per le medesime ragioni, l’area di Tor di Valle abbia “vinto” la selezione tra le 70 aree analizzate!

Non essendo qui mia intenzione riassumere ciò che Turano ha magistralmente riportato su l’Espresso, invito chiunque voglia approfondire la conoscenza di questo marciume a cliccare sul link riportato alla nota 1. Quanto invece al mio post odierno, l’intento è quello di riportare ancora una volta l’attenzione su quella che sia la situazione urbanistico-amministrativa e legale del “progetto” e/o “variante urbanistica” che dir si voglia, ospitando un nuovo scritto di Luciano Belli Laura il quale cerca di ricordare, per l’ennesima volta, quali siano le competenze e quale sia l’iter procedurale in assenza del rispetto dei quali, tutto ciò che potrà decidersi risulterà illegittimo.

Se la sindaca di Roma infatti ha avuto l’ardire di rassicurare gli interessati affermando «Se l’impianto di Tor di Valle si farà? Adesso vedremo, c’è un’attività di verifica. Alla luce delle notizie che escono, sarà fondamentale controllare bene ogni cosa. Si andrà avanti solo se sarà tutto in ordine», è bene capire chi, come, quando e perché risulti legittimato a svolgere l’attività di verifica necessaria per poter andare avanti.

Andare avanti solo se sarà tutto in ordine, dopo aver assecondato il Famo ‘Sto Stadio di Francesco Totti a TdV? (di Luciano Belli Laura)

Che fare ancorché fosse chiaro che il “dominus” di un’associazione per delinquere che “pur di perseguire i propri scopi si attivava erogando denaro ed altre utilità per superare eventuali ostacoli burocratici e amministrativi posti da parte della pubblica amministrazione e ogni possibile intralcio alle attività d’impresa”? Che fare quantunque fosse evidente che alla Magistratura ordinaria non competesse accertare la correttezza dell’iter d’una qualsivoglia pratica amministrativa? Che fare sebbene fosse evidente che un “pubblico ufficiale” (venuto a Roma da Genova, via Milano o Livorno o Parma) fosse indagato per aver “asservito la propria pubblica funzione agli interessi del privato”?

A Lorenzo D’Albergo di roma.repubblica.it, il Sindaco di Roma Capitale Virginia Raggi pare procedere a tentoni allorquando il 30 giugno dice: «Se l’impianto di Tor di Valle si farà? Adesso vedremo, c’è un’attività di verifica. Alla luce delle notizie che escono, sarà fondamentale controllare bene ogni cosa. Si andrà avanti solo se sarà tutto in ordine», dimenticandosi tuttavia di chiarire che, a procedere sull’iter d’approvazione del “progetto” Stadio della A.S. Roma a Tor di Valle, può essere eventualmente solo la Regione mentre, andare avanti nell’iter della “variante urbanistica” compete esclusivamente a Roma Capitale.

Nel rispetto della “Legge Stadi” del 2013, al co. 304, lettera b), prescrivente: «… Il comune, previa conferenza di servizi decisoria, alla quale sono chiamati a partecipare tutti i soggetti ordinariamente titolari di competenze in ordine al progetto presentato e che può richiedere al proponente modifiche al progetto strettamente necessarie, delibera in via definitiva sul progetto; la procedura deve concludersi entro centoventi giorni dalla presentazione del progetto. Ove il progetto comporti atti di competenza regionale, la conferenza di servizi è convocata dalla regione, che delibera entro centottanta giorni dalla presentazione del progetto. Il provvedimento finale sostituisce ogni autorizzazione o permesso comunque denominato necessario alla realizzazione dell’opera e determina la dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza dell’opera medesima …».

Vale a dire, nello svolgimento d’un iter iniziato il 12 settembre 2016 ovvero quando in Regione venne presentato il “progetto definitivo”, ritenuto di interesse pubblico dalla DAC n° 132 del 22 dicembre 2014, di Marino-Caudo … tuttavia senza alcuna Deliberazione finale della Giunta Regionale, costituente dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza alla realizzazione delle opere! Anzi, nel corso del tempo, con decisioni contradditorie e comunque senza rispetto dei tempi prescritti pure dalla Legge 241/1990 sul procedimento amministrativo, ovvero:

  • il 5 aprile ’17, dopo 205 giorni, al termine della 1^ Conferenza di Servizi decisoria regionale con “preavviso di diniego” al suddetto “progetto definitivo”;
  • il 15 settembre ’17, dopo 368 giorni, al termine della 2^ CdS decisoria regionale semplificata ed asincrona, svolta dopo il rinnovo di interesse pubblico al “progetto adeguato” dalla DAC n° 32 del 14 giugno ’17 di Raggi-Montuori, con “indizione” della 3^ Conferenza di Servizi decisoria in forma simultanea e modalità sincrona, vista la “particolare complessità del progetto e delle determinazioni da assumere”;
  • il 22 dicembre ’17, dopo 466 giorni, al termine della 3^ CdS, con “assenso con prescrizioni” al “progetto adeguato ed integrato” da adeguare a rilevanti ed innumerevoli indicazioni, osservazioni, raccomandazioni, ottemperanze che, in buona sostanza, equivalevano a “bocciatura”;
  • il 25 gennaio ’18, dopo 500 giorni, con “imposizione” di pubblicazione all’Albo Pretorio di Roma Capitale del suddetto progetto da adeguare a cura del proponente, in veste di “variante urbanistica” adottata nell’atto emesso il 22 dicembre ’17, senza che ciò fosse necessario e lecito.

È dunque ora possibile capire perché la Regione di Nicola Zingaretti non abbia approvato né il progetto di Marino-Caudo comportante il triplo dell’edificazione concessa dal PRG né il progetto di Raggi-Montuori comportante il doppio dell’edificazione concessa dal PRG, tuttavia non si comprende come il Comune di Virginia Raggi possa andare avanti nella procedura di “variante urbanistica” utile – solo ed esclusivamente – al proponente il “progetto” di Stadio a TdV, per poter cedere al altri, pare a Dea Capital Real Estate SGR (di De Agostini), i terreni acquistati da SAIS SpA (di Gaetano Papalia), ottenendo magari una plusvalenza di € 160 milioni.

Il tutto, a detta della sindaca “Dopo aver controllato bene ogni cosa” e “Solo se tutto è in ordine” … peccato, però, dover far notare a chi rilasci certe affermazioni che, l’attività di verifica sia stata e venga svolta da chi non ne abbia alcun titolo!! Allorquando, l’11 giugno ’17, ovvero due giorni prima degli arresti, alcune Associazioni, alcuni Comitati ed un cittadino di Biella, hanno presentato “osservazioni” nel pubblico interesse alla pseudo variante urbanistica, eccependo la non procedibilità del procedimento che, senza alcuna adozione formale in Consiglio Comunale, s’intendeva approvare nella prima settimana d’agosto, ergo quando tutti fossero al mare a mostrar le chiappe chiare e ancora nessuno era stato costretto dalla Benemerita ad indossar il costume del carcerato!

Così, mentre s’aspetta che, dopo aver ammesso d’aver dato soldi a “tutti”, l’immobiliarista vada ai domiciliari, chiunque potrà chiedere al Sindaco di Roma Capitale come andare avanti in quella che G. Turano, su L’Espresso considera:

«La vera storia di Luca Parnasi è la trama di un western all’italiana. Il titolo che si avvicina di più è “Un genio, due compari, un pollo” di Damiano Damiani con Terence Hill. Il genio non ha ancora un nome ma è quello che riuscirà a indirizzare la cessione del terreno di Tor di Valle, destinato al nuovo stadio della Roma. I compari sono ben più di due, come si vedrà. Il volatile da cortile, ahilui, è proprio l’erede del fu Sandro Parnasi. Aveva pensato di essere il genio. Dal 13 giugno è in carcere per un’inchiesta della Procura di Roma, con i media che gli danno responsabilità ampiamente superiori al suo effettivo peso nel saloon della politica romana e nazionale».

[1] http://www.tuttoasroma.it/avvoltoi-sullo-stadio-rs-lespresso/

[2] https://www.youtube.com/watch?v=E_4Akwc7uc8

6 pensieri su “Stadio Tor di Valle … “Andare avanti solo se sarà tutto in ordine!” Si, ma chi lo verifica?

  1. Dunque le nuove sono che Parnasi è indagato anche per bancarotta fraudolenta legata alla compravendita di terreni fra cui quelli di Tor di Valle. Se ne sentiva il bisogno e tutto il resto è noia…no non ho detto gioia ma noia noia noia.

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