A quanto pare, in tempo di lockdown, mentre il Paese si fermava, mentre i comuni cittadini si vedevano negato l’accesso agli uffici pubblici per qualsivoglia esigenza, mentre ai professionisti – per non dover riconoscere anche a loro un’indennità – veniva consentito di lavorare sebbene non fosse possibile avere incontri con i tecnici comunali, né ottenere permessi ed avviare cantieri, gli uffici capitolini trovavano il tempo per portare avanti l’immondo carrozzone di Tor di Valle … l’ennesimo affronto di un Paese a due velocità, o meglio di un Paese che vede da una parte dei cittadini di “serie A” (in funzione del proprio “peso”), ai quali tutto è concesso, e onesti cittadini di serie “B” i quali, essendo figli di nessuno, possono esser trattati come degli zerbini.
Lo scorso 3 giugno, dalle pagine de “il Romanista”, l’indomito Andrea de Angelis titolava: Frongia: Lo stadio della Roma è pronto, ora tocca a noi[1].
L’articolo, dimentico del passato, oltre ad annunciare il grande passo avanti verso la più grande speculazione dopo l’era dei palazzinari, celebrava come un eroe l’assessore Frongia dicendo:
«Sono giorni importanti per il nuovo stadio della Roma. Dopo alcuni giorni di attesa, in cui la sindaca Virginia Raggi ha cercato rassicurazioni addirittura in Procura su quanto prodotto di concerto con i proponenti, il dossier che comprende la Convenzione Urbanistica e la Variante al Piano Regolatore Generale, può considerarsi completo e pronto per il voto.
A confermarci, anche se con le dovute cautele, tutte le circostanze è stato l’uomo che, forse più di ogni altro nella Giunta Capitolina, ha voluto il nuovo impianto giallorosso, e che ha contribuito fattivamente all’accordo che nel febbraio del 2017 ha prodotto la riduzione delle cubature ed il nuovo progetto, quello approvato un anno dopo dalla Conferenza dei Servizi. Parliamo ovviamente dell’Assessore allo Sport, Politiche giovanili e Grandi Eventi cittadini, Daniele Frongia».
Peccato che la memoria di De Angelis si limiti al ricordo post elettorale dell’assessore il quale, prima di vincere le elezioni e venir colpito dalla sindrome di Bananas, aveva veementemente combattuto contro quello che aveva definito uno “scellerato progetto” ed un progetto dove “lo stadio non c’entra nulla perché si tratta di un quartiere, di Parnasi e di uno stadio, la cui cubatura è solo pari al 14%, di proprietà di Pallotta e non della Roma”
Questi due video, ma ce ne sono molti di più in rete, mostrano quella che fosse la posizione dell’assessore prima di conquistare il potere in Campidoglio.
Addirittura, come ricordava “Pagineromaniste.com” a marzo 2015[2], Frongia e De Vito avevano affermato:
«È stata approvata la delibera dello Stadio poco prima di Natale e noi abbiamo detto che questo era un regalo soprattutto alla vedova Armellini. Le società della Armellini hanno sede in Lussemburgo, boulevard Rousvelt 15, al secondo piano. Sempre la stessa sede dove vanno tante società per evader il fisco italiano”, lo dicono Daniele Frongia e Marcello De Vito i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle intervistati dalla trasmissione ‘Presa Diretta’ su Rai 3. “La sede di Tor di Valle è la meno idonea tecnicamente, per moltissimi motivi sollevati soprattutto dall’Autorità di Bacino che ha indicato anche nelle mappe aggiornate un rischio idraulico R4 che è il massimo. La definizione, non nostra, ma dei geologi è ‘pericolo di vita per le persone e crollo delle opere’. Lo abbiamo fatto presente e ci è stato risposto che però non è R5. Solo che il rischio idraulico R5… non esiste».
Se solo ai giornalisti, fra i tanti benefit che ricevono, venissero pagate le cure contro le amnesie, probabilmente potremmo avere un’informazione più completa e corretta, evitando alla gente – che tali cure non può permettersi – di prendere per buone le balle che le vengono propinate dai media!
Ma la situazione di amnesia generale è ben più grave di quello che appare, perché sembra che tutti abbiano dimenticato la tristissima vicenda giudiziaria, nonché i contenuti delle 46 pagine di condizioni – impossibili da mettere in atto – poste dalla Determinazione della Regione Lazio[3] per rendere possibile la realizzazione dello Stadio … ma soprattutto sembra che gli stessi amministratori, consiglieri, tecnici e consulenti comunali e regionali abbiano dimenticato del tutto quello che debba essere l’iter procedurale corretto e le relative competenze, per poter operare una trasformazione urbanistica del genere!
Dalle pagine di questo blog, in questi anni, anche con il contributo dell’arch. Luciano Belli Laura, del prof. ing. Paolo Leoni, nonché di FederSupporter e dell’avvocato Massimo Rossetti, abbiamo spiegato – con parole comprensibili anche ad un bambino – quello che si sarebbe dovuto fare e non è stato fatto, così come quello che si potrebbe e non fare su quell’area, eppure nessuno sembra più interessato allo slogan pentastellato che fece innamorare milioni di italiani: “l’onestà tornerà di moda”.
Così De Angelis riporta nel suo testo le parole dello smemorato Frongia:
«I proponenti e gli uffici hanno concluso i lavori sul piano tecnico. Da adesso inizierà realmente e finalmente l’iter politico. La giunta Capitolina, dove ci sarò anch’io, valutati gli atti (predisposti su input proprio della stessa Giunta, ndr), si esprimerà. Poi ci sarà il passaggio in Assemblea Capitolina e poi ancora quello in Consiglio Regionale. Questi tre passaggi concluderanno tutta la parte relativa alla burocrazia, alla politica, poi si potrà iniziare la costruzione dell’opera. Purtroppo l’iter è stato travagliato e lungo, probabilmente troppo lungo. Iniziato anni prima dell’arrivo della sindaca Raggi. Un dossier che abbiamo ereditato, che è però molto importante e strategico per la città. Oggi spero di portare a casa quanto prima questa opera importante per la città, quella del nuovo progetto, quello oggetto della convenzione, quello che è stato rivisto durante la nostra consiliatura».
Dopo aver letto queste affermazioni, Luciano Belli Laura ha giustamente commentato:
«Faccio fatica a credere che un ATTO amministrativo, predisposto dalla Giunta Capitolina, debba fare un primo “passaggio” in Assemblea Capitolina (cioè in Consiglio Comunale) per poi approdare in Consiglio Regionale. Daniele Frongia pertanto è gravemente in errore, giacché, la “Variante al PRG”, quand’anche fosse erroneamente (per varie ragioni dette e ripetute) “approvata” in Consiglio Comunale, andrebbe al vaglio della Giunta Regionale e non del Consiglio Regionale.
In quanto al “progetto di stadio” invece, il Consiglio Comunale non ha nulla da votare e, se passasse comunque la “Variante al PRG, poi se ne dovrebbe occupare la Conferenza di Servizi decisoria regionale, indi la Giunta Regionale, ma giammai il Consiglio Regionale.
Inoltre, sulle “Convenzioni” non dovrebbe votare né il Consiglio Comunale né il Consiglio Regionale, semplicemente perché non sono affatto “urbanistiche” e pertanto possono essere sottoscritte tra la “Pubblica Amministrazione” ed il “privato” esecutore dei lavori AUTORIZZATI … e qui, al momento, non c’è alcun lavoro autorizzato! Perché il “progetto” non è mai stato approvato dall’amministrazione procedente sul progetto, ovvero la Regione Lazio.
Inoltre, il “proponente” di questo progetto è finito ar gabbio, alla sbarra, al fallimento. Ed il ceko che sperano subentri a Luca Parnasi pare far capolino un giorno sì e l’altro no».
Insomma, data anche la situazione societaria della AS Roma, che vede Friedkin allontanarsi anche in virtù della situazione Tor di Valle (unico reale obiettivo degli investitori stranieri nel mondo del calcio italiano), verrebbe da pensare/sperare che certe maldestre dichiarazioni possano essere semplicemente un patetico, ennesimo, tentativo assist del Campidoglio ad un Pallotta sempre più in bilico, dopo aver sognato – grazie alla “legge Stadi” – di trovare l’America a Roma.
Sarà quel che sarà, ma ritengo utile pubblicare di seguito un nuovo e prezioso contributo dell’avv. Massimo Rossetti per FederSupporter atto a mettere in guardia da quello che si prospetta.
Tor di Valle: nessuno approfitti del coronavirus per sanatorie di illegalità. (Avv. Massimo Rossetti per FederSupporter)
Con riferimento a problemi di efficienza ed efficacia dei provvedimenti, o di alcuni di essi, assunti dal Governo per adottare misure attinenti all’epidemia da Coronavirus, viene continuamente sottolineato da molti come tali problemi siano da ascrivere ad un eccesso di burocrazia e di ”lacci e lacciuoli” amministrativi.
A questo proposito, va sottolineato che i suddetti problemi sono da ricondurre, in primis, alla responsabilità del legislatore, più che a quella degli apparati burocratici e giudiziari.
Sono, infatti, l’ipertrofia legislativa e la, purtroppo assai spesso, pessima qualità tecnica delle leggi, le principali responsabili di quei problemi.
Leggi ambigue, irrazionali, incoerenti, oscure, per cui la reale potestà legislativa viene, di fatto, rimessa a chi le leggi non le fa ma le applica.
Alla discrezione, cioè, degli apparati amministrativi e giudiziari.
Ciò premesso in linea generale, non vorrei che ora approfittando dell’epidemia e delle sue conseguenze economiche, si passi da un eccesso all’altro.
Vale a dire, allo scopo, pur condivisibile e apprezzabile, di rilancio dell’economia e promozione degli investimenti, pubblici e privati, nell’ottica della cosiddetta “semplificazione”, si procedesse ad una sorta di “sanatoria” generalizzata, di illegalità.
Né è senza significato, da questo punto di vista, che, sempre più insistentemente, si invochino i cosiddetti “scudi penali”.
Laddove, a mio avviso, prima di invocare tali “scudi”, si dovrebbe procedere all’abrogazione di norme di legge, o all’eliminazione delle storture di queste ultime, che hanno determinato e possono determinare quei vizi di illegittimità sopra menzionati.
Per passare dal generale allo specifico (la arcinota vicenda Tor di Valle), pavento che “Qualcuno e/o Qualcuna”, per interessi economici e/o politici, con il complice accompagnamento stonato di “violini da spalla” mediatici, possa avere la tentazione, approfittando di questa ventata “semplificatoria”, di mettere mano a “pezze” su provvedimenti e atti amministrativi palesemente illegittimi.
Illegittimità determinata da eventi, gravi illeciti penali che sarebbero a monte di tali vizi.
Mi riferisco, in particolare, alla vicenda Tor di Valle, tuttora pendente in sede amministrativa, relativamente alla quale sono già emersi, pur ferma restando la presunzione di innocenza ex art. 27 Costituzione, quanto meno, numerosi indizi gravi, precisi e concordanti in ordine a quegli illeciti ed a quella illegittimità.
Né, inoltre, sono proponibili, come si sta leggendo, impropri ed infondati paragoni rispetto alla situazione del Ponte Morandi di Genova, poiché, in quel caso, non sussisteva alcun esercizio di discrezionalità amministrativa sull’AN dell’opera, bensì solo sul suo QUOMODO e QUANDO.
D’altronde, come pure più volte evidenziato in precedenti mie Note[4], le norme vigenti hanno consentito e consentono a chi, nel rispetto di queste ultime, abbia voluto o voglia realizzare – o abbia già realizzato – moderni e redditizi impianti sportivi, di poterlo fare.
Chi, dunque, ha finora accampato, e continua ad accampare, scuse e pretesti per non averlo fatto e per affermare che non lo si può fare, è solo perché, in realtà, o non ha auto la volontà o la capacità di farlo, o perché, come nel caso di Tor di Valle, vorrebbe fare ben altro, spesso non consentito e non consentibile, ma che nulla, o ben poco, ha a che fare con la realizzazione di nuovi stadi.
Per finire, non vorrei che, per tale realizzazione e non solo, ci si debba porre l’interrogativo che uno stupefatto “Cettoqualunque” si pone nel film “Qualunquemente” circa il rispetto della legalità: ”Ma è legale?”
[1] https://www.ilromanista.eu/news/stadio-della-roma/43615/frongia-lo-stadio-della-roma-a-pronto-ora-tocca-a-noi
[2] https://www.pagineromaniste.com/stadio-della-roma-frongia-e-de-vito-m5s-pericolo-di-vita-per-le-persone-e-crollo-delle-opere-nellarea-scelta/
[3] http://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2018/01/08/stadio-a-tor-di-valle-tutti-o-quasi-gli-abomini-della-determinazione-della-regione-lazio/
[4] cfr. www.federsupporter.it
Bravi, grandi, sempre sul pezzo e chi deve pagare pagherà…quanto è vero Iddio !
speriamo!